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lunedì 3 giugno 2013
mercoledì 15 luglio 2009
L'attenzione alle emozioni dei bambini
Author: Paola Romitelli |
1 Comment |
"Dici:
è faticoso frequentare i bambini.
Hai ragione.
Aggiungi:
perché bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.
Ti sbagli.
Non è questo l'aspetto più faticoso.
E' piuttosto il fatto di essere costretti a elevarsi
fino all'altezza dei loro sentimenti.
Di distaccarsi, allungarsi, sollevarsi
sulle punte dei piedi.
Per non feririli."
(J. Korczak)
mercoledì 4 marzo 2009
L'attaccamento madre-bambino
Author: Paola Romitelli |
2 Comments |

Troppo speso nel nostro approccio verso il neonato lo trattiamo come se fosse "nuovo di zecca". Trascuriamo il fatto che egli è in realtà il culmine di un'esperienza stupefacente durata quaranta settimane... Guardando il neonato come se fosse "saltato fuori completamente formato dal cervello di Zeus" perdiamo le opportunità che la sua storia come feto può fornirci.
T.B. Brazelton
sabato 14 febbraio 2009
Una mamma deve essere come un felino nel difendere i propri figli
Author: Paola Romitelli |
4 Comments |
Questa la storia di Stefania e di suo figlio, svoltasi nelle Filippine. E' il primo post con cui presenta il suo blog, dove racconta se stessa e suo figlio. Un blog che testimonia l'assurdità degli uomini-mostro:
Sul Messaggero di ieri, a firma Francesca Filippi, è uscito un articolo intitolato “segregata a Manila per amore di un orfanello”, dove si racconta la storia di Stefania Fedele, 49enne romana, una vita dedicata alla solidarietà, soprattutto verso i bambini, rimasta letteralmente per molti mesi in ostaggio di una giustizia, quella filippina, che troppo spesso è permissiva verso chi ha fatto del traffico e dello sfruttamento dei minori una vera professione mentre è implacabile con chi, in buona fede, commette un errore.
L'articolo racconta di come Stefania, arrivata nelle Filippine per aiutare i bambini delle favelas della capitale, trovi in un ospedale Enric, 7 anni, rimasto orfano di padre e di madre, di come tra loro sia stato subito amore, di come Stefania abbia preso questo bambino e lo abbia nutrito, allevato, fatto studiare (oggi Enric parla perfettamente inglese, italiano e filippino) e sottratto a quello che nelle Filippine è uno dei maggiori business, quello della prostituzione infantile.
Ma racconta anche di come, a causa di questo amore, Stefania si sia improvvisamente trovata in un mare di guai proprio con quella giustizia filippina per cui tutto è possibile ma non amare incondizionatamente un bambino.
E' Stefania stessa a raccontare quanto avvenuto ai cronisti del Messaggero che le hanno telefonato una volta appreso della storia, una storia che noi di Secondo Protocollo seguiamo quotidianamente ormai da molto tempo anche perché Stefania è una di noi, una preziosa collaboratrice nella lotta alla pedofilia e al traffico di minori.
In poche parole (ma la storia è un tantino più complessa) per poter iscrivere Enric ad una scuola, naturalmente filippina perché Stefania non lo vuole nella maniera più assoluta sradicare dalla propria terra, il bambino deve essere battezzato.
Enric non ha niente, nè un certificato di nascita, né un parente in vita che possa riconoscerlo, un essere praticamente invisibile, cosa assai frequente nelle Filippine e principale causa del dilagante traffico di minori. Così per iscriverlo a scuola alcuni religiosi della chiesa vicina all'abitazione di Stefania lo hanno battezzato con il cognome di Stefania. Nelle Filippine questo è perfettamente regolare, oltretutto l'operazione avviene alla luce del sole tanto che nell'ultimo censimento fatto dalla Stato Filippino Enric viene censito come “Enric Fedele”.
Di fatto il bambino risulta essere, dal certificato di battesimo e di nascita, figlio di Stefania.In effetti, come testimonia Franco Londei, presidente di Secondo Protocollo, che ogni giorno parla al telefono con Stefania e con Enric, il bambino considera la donna sua madre a tutti gli effetti, la chiama mamma, fa le marachelle per cui viene messo in castigo, non si addormenta la sera se Stefania non è li con lui, insomma ha un rapporto con Stefania equivalente (se non maggiore) a quello che un figlio ha con la madre naturale.
I problemi per Stefania ed Enric iniziano nel marzo scorso quando la stessa Stefania ha bisogno di una proroga del suo permesso di soggiorno e si affida ad un sedicente funzionario dell'immigrazione che si rivelerà poi un losco individuo, il quale cerca di incastrare Stefania, con la complicità della polizia, dopo averle consigliato di mettere Enric nel proprio passaporto. Lo scopo è il solito: estorcere denaro al ricco occidentale.
Viene organizzata una vera e propria imboscata dove, ingenuamente, Stefania cade. La donna viene arrestata per falsificazione di documenti ma si ventila addirittura il traffico di bambini, accusa che comunque cade immediatamente.Non staremo a raccontare l'incredibile odissea che Stefania ha dovuto vivere in questi mesi, le spese che ha dovuto sostenere a causa di cattivi consigli, la segregazione che ha vissuto, privata com'era dei propri documenti.
Non lo faremo perché la storia è lunghissima e ricca di episodi censurabili, diremo solo che nel frattempo Enric ha continuato ad andare a scuola con risultati eccezionali, con pagelle che qualsiasi genitore sarebbe orgoglio di mostrare al mondo intero, che Stefania ha continuato imperterrita a occuparsi di quei bambini che come Enric non hanno nessuno e a denunciare quanto sta avvenendo nelle Filippine per quanto riguarda il traffico di minori e la pedofilia.
Lentamente la cosa si sta chiarendo e insieme a Stefania e alle autorità filippine preposte stiamo regolarizzando la posizione di Enric mentre grazie alla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero diretta dalla dott.ssa Ermellin e all'ambasciatore Rubens Fedele, che ringraziamo sentitamente, anche l'ambasciata si sta finalmente muovendo nel modo giusto.
Nell'attesa che tutto si chiarisca Stefania sta predisponendo il progetto che vede Secondo Protocollo in prima linea nella lotta alla pedofilia e al traffico di bambini nelle Filippine, un Paese dove ci sono migliaia di bambini come Enric che non hanno nessuno e che per questo sono facile preda di persone senza scrupoli.
Sul Messaggero di ieri, a firma Francesca Filippi, è uscito un articolo intitolato “segregata a Manila per amore di un orfanello”, dove si racconta la storia di Stefania Fedele, 49enne romana, una vita dedicata alla solidarietà, soprattutto verso i bambini, rimasta letteralmente per molti mesi in ostaggio di una giustizia, quella filippina, che troppo spesso è permissiva verso chi ha fatto del traffico e dello sfruttamento dei minori una vera professione mentre è implacabile con chi, in buona fede, commette un errore.
L'articolo racconta di come Stefania, arrivata nelle Filippine per aiutare i bambini delle favelas della capitale, trovi in un ospedale Enric, 7 anni, rimasto orfano di padre e di madre, di come tra loro sia stato subito amore, di come Stefania abbia preso questo bambino e lo abbia nutrito, allevato, fatto studiare (oggi Enric parla perfettamente inglese, italiano e filippino) e sottratto a quello che nelle Filippine è uno dei maggiori business, quello della prostituzione infantile.
Ma racconta anche di come, a causa di questo amore, Stefania si sia improvvisamente trovata in un mare di guai proprio con quella giustizia filippina per cui tutto è possibile ma non amare incondizionatamente un bambino.
E' Stefania stessa a raccontare quanto avvenuto ai cronisti del Messaggero che le hanno telefonato una volta appreso della storia, una storia che noi di Secondo Protocollo seguiamo quotidianamente ormai da molto tempo anche perché Stefania è una di noi, una preziosa collaboratrice nella lotta alla pedofilia e al traffico di minori.
In poche parole (ma la storia è un tantino più complessa) per poter iscrivere Enric ad una scuola, naturalmente filippina perché Stefania non lo vuole nella maniera più assoluta sradicare dalla propria terra, il bambino deve essere battezzato.
Enric non ha niente, nè un certificato di nascita, né un parente in vita che possa riconoscerlo, un essere praticamente invisibile, cosa assai frequente nelle Filippine e principale causa del dilagante traffico di minori. Così per iscriverlo a scuola alcuni religiosi della chiesa vicina all'abitazione di Stefania lo hanno battezzato con il cognome di Stefania. Nelle Filippine questo è perfettamente regolare, oltretutto l'operazione avviene alla luce del sole tanto che nell'ultimo censimento fatto dalla Stato Filippino Enric viene censito come “Enric Fedele”.
Di fatto il bambino risulta essere, dal certificato di battesimo e di nascita, figlio di Stefania.In effetti, come testimonia Franco Londei, presidente di Secondo Protocollo, che ogni giorno parla al telefono con Stefania e con Enric, il bambino considera la donna sua madre a tutti gli effetti, la chiama mamma, fa le marachelle per cui viene messo in castigo, non si addormenta la sera se Stefania non è li con lui, insomma ha un rapporto con Stefania equivalente (se non maggiore) a quello che un figlio ha con la madre naturale.
I problemi per Stefania ed Enric iniziano nel marzo scorso quando la stessa Stefania ha bisogno di una proroga del suo permesso di soggiorno e si affida ad un sedicente funzionario dell'immigrazione che si rivelerà poi un losco individuo, il quale cerca di incastrare Stefania, con la complicità della polizia, dopo averle consigliato di mettere Enric nel proprio passaporto. Lo scopo è il solito: estorcere denaro al ricco occidentale.
Viene organizzata una vera e propria imboscata dove, ingenuamente, Stefania cade. La donna viene arrestata per falsificazione di documenti ma si ventila addirittura il traffico di bambini, accusa che comunque cade immediatamente.Non staremo a raccontare l'incredibile odissea che Stefania ha dovuto vivere in questi mesi, le spese che ha dovuto sostenere a causa di cattivi consigli, la segregazione che ha vissuto, privata com'era dei propri documenti.
Non lo faremo perché la storia è lunghissima e ricca di episodi censurabili, diremo solo che nel frattempo Enric ha continuato ad andare a scuola con risultati eccezionali, con pagelle che qualsiasi genitore sarebbe orgoglio di mostrare al mondo intero, che Stefania ha continuato imperterrita a occuparsi di quei bambini che come Enric non hanno nessuno e a denunciare quanto sta avvenendo nelle Filippine per quanto riguarda il traffico di minori e la pedofilia.
Lentamente la cosa si sta chiarendo e insieme a Stefania e alle autorità filippine preposte stiamo regolarizzando la posizione di Enric mentre grazie alla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero diretta dalla dott.ssa Ermellin e all'ambasciatore Rubens Fedele, che ringraziamo sentitamente, anche l'ambasciata si sta finalmente muovendo nel modo giusto.
Nell'attesa che tutto si chiarisca Stefania sta predisponendo il progetto che vede Secondo Protocollo in prima linea nella lotta alla pedofilia e al traffico di bambini nelle Filippine, un Paese dove ci sono migliaia di bambini come Enric che non hanno nessuno e che per questo sono facile preda di persone senza scrupoli.
sabato 10 gennaio 2009
Dopo il parto, si torna a lavorare?!?
Author: Paola Romitelli |
1 Comment |

Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Sì alle super-mamme che tornano a lavoro subito dopo il parto, come ha fatto la ministra francese Rachida Dati, rientrata al suo posto dopo 5 giorni dal lieto evento. Purché, però, non si rinunci all'allattamento al seno e a stare vicino al bebè.
E' il parere del presidente della Società neonatologi italiani (Sin) Claudio Fabris, convinto che "tutte le mamme debbano essere in condizioni di poter stare con il proprio bambino nei primi mesi della nascita, soprattutto per non privare il bambino di un alimento fondamentale per lo sviluppo".
E non vedono controindicazioni al lavoro 'immediato' nemmeno i ginecologi che sottolineano, però, che si tratta di "un lusso per le poche donne che hanno le tutele necessarie sia dal punto di vista sociale che medico", dice Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).
Oltre alla necessità di avere a disposizione persone che si occupano delle cure pratiche del bebè, infatti, ci sono anche problemi 'tecnici' nel post-parto. "Un taglio cesareo fatto con anestesia in peridurale su una paziente sana - spiega Vittori all'ADNKRONOS SALUTE - permette di tornare a casa dopo pochi giorni. Ma il taglio cesareo è comunque un'incisione chirurgica di 7-10 cm. Per chiudersi necessita di 8 giorni, ma per stabilizzarsi realmente sono necessari 30 giorni. Lavorare 5 giorni dopo il parto, come ha fatto la ministra francese, significa decidere di lavorare, su propria decisione, con una ferita che va tenuta adeguatamente sotto controllo. Nel caso di Rachida Dati si tratta di una situazione protetta e tutelata che, però non è possibile per tutte le donne".
I neonatologi, invece, sottolineano l'importanza per il bambino di stare "con la propria madre e di avere l'opportunità di essere allattato al seno. Il latte materno, infatti - spiega Fabris - ha mille effetti benefici: sull'apparato gastrointestinale, sullo sviluppo neurocomportamentale, sulla prevenzione delle allergie e di tante altre malattie. Non solo. L'allattamento naturale permette di stabilire un buon rapporto madre figlio. Se una donna ha la fortuna di avere il latte, è giusto che offra al figlio questa opportunità di salute, anche se non bisogna drammatizzare se il latte non c'è", conclude il pediatra. (Fonte)
Vorrei comunque sottolineare quanto sia importante per una crescita sana del bambino e per una donna che diventa madre, passare del tempo con il proprio bambino che vada al di là dell'accudimento. Un tempo speciale, un tempo solo per lei e per lui...così, solo a guardarsi, amandosi.
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sabato 27 dicembre 2008
Un regalo per papà
Author: Paola Romitelli |
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Pochi giorni prina di Natale, Luigina ebbe chiaro cosa regalare al suo papà. Così, prese una scatola di scarpe e comprò della carta da regalo per rivestirla. La scatola avrebbe contenuto il suo regalo.
La famiglia di Luigina era molto povera, e quando il papà vide che Luigina stava usando la carta da regalo per foderare una scatola di scarpe, si arrabbiò molto: "Ma come, usi tutta quella carta per foderare una scatola?!?" - tuonò con un grosso vocione - "Lo sai che non abbiamo soldi!".
Luigina, nonostante tutto, prese la scatola e la carta e continuò nella sua impresa.
Arrivò il giorno di Natale, e Luigina tutta orgogliosa diede la scatola al suo papà, cha alla sua vista fece una smorfia poco comprensibile, ma non certo molto contenta.
Il papà prese la scatola rivestita con una bellissima carta da regalo e la aprì. Cosa vide? Niente. La scatola era vuota.
Preso da una grande ira, gridò: "Luigina, hai sprecato tutta questa costosa carta da regalo per foderare una scatola di scarpe, e per di più è vuota!!!!"
Luigina rispose: "Ma papà, la scatola non è vuota, contiene 1000 baci per te!".
Da quel giorno, il papà di Luigina tenne la scatola rivestita sulla sua scrivania dell'ufficio, ed anche se i colleghi vedevano la scatola e pensavano che era vuota, lui sapeva che conteneva i 1000 baci che Luigina gli aveva regalato.
venerdì 14 novembre 2008
Una mamma che ascolta
Author: Paola Romitelli |
1 Comment |
L'ascolto permette di comprendere l'altro e di sapere cosa fare per lui. Riconoscere quali sono le competenze dell'altro e incoraggiarlo ad esprimerne di nuove permette e facilita la crescita, la maturazione dell'identità, l'indipendenza.
Questo video ne offre un breve ma intenso esempio:
Questo video ne offre un breve ma intenso esempio:
sabato 13 settembre 2008
L'abbraccio funziona meglio di una medicina
Author: Paola Romitelli |
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In alcuni casi il potere di un abbraccio e' molto piu' forte di qualsiasi farmaco al mondo: ci rilassa, allevia i dolori e ci fa stare subito meglio.
A rivelarlo e' stato un gruppo di scienziati svedesi in uno studio presentato a Liverpool in occasione del British Association's Festival of Science.
Dai risultati della ricerca e' emerso che quando la pelle viene riscaldata da un altro corpo tramite un abbraccio, il dolore diminuisce significativamente.
Questo potrebbe, ad esempio, spiegare perche' alcuni genitori coccolano istintivamente il proprio figlio dopo una brutta caduta.
Ma anche una mano sulla spalla puo' essere confortante nei momenti difficili.
I ricercatori hanno scoperto che la pelle contiene moltissime fibre nervose che vengono attivate quando siamo coccolati, abbracciati o anche solo toccati leggermente.
In pratica, nel momento in cui riceviamo una coccola sono trasmesse informazioni al centro emotivo del cervello che provocano sensazioni di piacere a tutto il corpo.
L'attivazione di queste 'fibre del piacere', chiamate anche 'C-fibre', bloccano il passaggio di altre che trasmettono i messaggi di dolore. Lo scienziato Francis McGlone, della 'Unilever' (una compagnia anglo-olandese proprietaria di molti tra i marchi piu' diffusi nel campo dell'alimentazione e dei prodotti per la bellezza), il cui team di ricercatori ha scoperto le 'C-fibre', ha confermato i risultati dello studio. Secondo McGlone, infatti, un abbraccio o una carezza sui capelli svolgono un ruolo molto importante nel farci sentire meglio. (AGI salute).
La ricerca conferma le già numerose ricerche sul tatto, sulle carezze, sui massaggi fatti ad adulti e a bambini. Preme però sottolineare la qualità della carezza, del massaggio o dell'abbraccio ricevuto.
Infatti, la carezza fatta dalla mano di una persona che ci ama, che ci vuole bene, che ci accetta per quello che siamo, trasmetterà molto più benessere di una carezza fatta per lavoro, per altro interesse o falsa.
Le carezze non buone mandano dei messaggi sbagliati, ambigui e che creano malessere invece che benessere. Esse mandano il loro messaggio negativo anche a livello inconscio.
Perciò attenzione, ci sono carezze a carezze.
Quelle buone, fanno bene alla salute del corpo e della mente!
