Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

sabato 23 maggio 2020

Vostro figlio fa i capricci per fare i compiti?? Ecco come fare!!


Hai un figlio che va alle elementari con cui hai difficoltà a fare i compiti? Ogni scusa è buona per rimandare? Non vuole mai sedersi ed iniziare a studiare? Ogni volta è una lotta, un litigio, un pianto? Ecco uno strumento che ti sarà utile!! Una strategia che utilizza il premio piuttosto che la punizione. Quando usata bene, fa miracoli!!!




venerdì 20 marzo 2020

Terzo mese di vita: cosa succede e come aiutare lo sviluppo psico-motorio

Nuovo video pubblicato su canale YouTube. Spero vi piaccia questa serie di video che sto realizzando sul primo anno di vita del neonato.

Una età speciale che permette di educare in maniera semplice e piacevole il bambino!!

Buona visione!!



domenica 21 luglio 2019

Secondo mese di vita: cosa succede e come aiutare lo sviluppo psicomotorio

Nel secondo mese di vita succedono dei cambiamenti importanti riguardo al movimento e anche rispetto alle competenze. Ad esempio, molti dei riflessi primitivi lasciano il posto a movimenti più controllati dal bambino, il pianto diventa più consistente cambiando di tono e qualità, fino ad assomigliare, in alcuni casi, a delle vocalizzazioni vere e proprie e con intento comunicativo!!!


La consapevolezza di ciò che cambia man mano che il neonato cresce, porta il genitore ad essere un genitore che "sapiente", cioè che sa di cosa ha bisogno il suo bambino e come fare per stimolare la sua crescita verso il ritrovamento di un nuovo equilibrio.


Vi invito quindi a visionare il video appena pubblicato sul canale





domenica 6 gennaio 2019

Un neonato di 2 mesi può piangere per noia. Oltre al cibo e al sonno ha bisogno anche di giocare


In questo articolo abbiamo parlato dei vari tipi di pianto del neonato e come sia importante imparare man mano a distinguerli, soprattutto per non confonderli sempre con il pianto per fame.

Uno dei motivi per cui il neonato piange è per noia. Povero!! Del resto cosa può fare tutto il tempo? Sonnellino dopo mangiato e poi, tutto un gran concerto di riflessi e piccoli movimenti a scatto. E sopraggiunge la noia! In men che non si dica, la mamma si ritrova a dover sempre tenere in braccio il neonato cercando di fare l'impossibile tra lui e le altre faccende di casa,...e, se stessa!

I giochi da poter fare con un neonato sono diversi e svariati. Dal 4° o dal 5° mese in poi diventa più facile giocare con i piccoli esserini. I momenti più difficili sono invece i primi 3 mesi.
Elencherò comunque un gioco per mese (fino al decimo mese) come esempio e come spunto per crearne di nuovi 😄. 

Ogni attività proposta andrà a sollecitare uno dei sensi del bimbo.

  • Primo mese: muovete una torcia luminosa davanti ai suoi occhi da destra a sinistra molto lentamente. A volte fermatevi. E' importante che la luce sia opaca, magari filtrata da un panno bianco o colorato.
  • Secondo mese: giocate con le sue dita delle mani e dei piedi prendendole tra le vostre una per volta e massaggiandole. Si può fare anche con una crema o con un olio, ma anche senza niente. Se usate un prodotto assicuratevi che sia di origine naturale e senza profumazioni. Mentre lo fate potete cantare una canzoncina o una filastrocca, aggiungendo una stimolazione sonora a quella tattile.
  • Terzo mese: Chiamate il bambino prima di entrare nella stanza con il suo nome e con un tono di voce scherzoso. Poi vi fate vedere, sparite e ripetete dall'inizio.
  • Quarto mese: legate un sonaglietto ad uno dei polsi del bambino e muovetegli la mano in modo che suoni, poi lasciate fare a lui o al caso. Prima o poi comincerà a cercare di capire cosa succede...
  • Quinto mese: sdraiate il bambino per terra su una coperta o un tappetino e sdraiatevi anche voi con lui. Da questa posizione tutto ha un punto di vista differente. Giocate a rotolarvi con lui da un lato a all'altro del corpo.
  • Sesto mese: mettere le mani del bambino sulle vostre labbra e pronunciate dei suoni. Lui sentirà con le mani le diverse vibrazioni prodotte dai suoni, oltre che ascoltare i suoni stessi.
  • Settimo mese: prendete delle cose che fanno rumore nel momento in cui le battete con un mestolo. Diverse cose faranno rumori diversi ed il bambino ne sai attratto. Esistono tanti giochi sonori di questo tipo, ma il fascino di giocare con oggetti "improbabili" e di uso quotidiano lo divertirà di più.
  • Ottavo mese: se è in grado di arrivare alla posizione seduta da solo, giocate con un salvagente da mare a forma di ciambella. gonfiatelo davanti a lui e poi mettetelo seduto dentro. Gli piacerà sentirsi circondato e magari cercherà di uscire dalla situazione....
  • Nono mese: mettetevi per terra con diverse ciotole contenti diversi oggetti piccoli come le palline, tappi di plastico o di sughero, anche cibi come la pastina, fagioli secchi, poi fategli immergere i piedi e/o le mani e descrivetegli voi le sensazioni che provate
  • Decimo mese: gonfiate davanti a lui un palloncino e poi sgonfiatelo facendogli sentire l'aria che esce prima sul viso, poi su una gamba, poi sulla pancia e via dicendo. Potete anche fargli sentire i suoni che fa sgonfiandosi.
A voi adesso la fantasia e la creatività per stimolare il vostro bambino con giochi proposti da inventati piuttosto che comprati!!! 😉 E buon divertimento!!! 😄


giovedì 18 ottobre 2018

Primo mese di vita: cosa succede e come aiutare lo sviluppo psicomotorio

Quando arriva un piccolino nella vita di una coppia, spesso è un momento magico: la novità, le visite delle persone care, è tutta una gioia. A volte può succedere che questo momento venga un po' offuscato quando la mamma rimane sola con il neonato poiché dopo averlo cambiato, nutrito e lavato arriva l'inevitabile domanda: e adesso? Che ci faccio?


Prima di rispondere alla domanda bisogna comprendere il neonato, il suo comportamento, cosa gradisce e cosa non gradisce. Anche nel primo mese di vita lui ha delle preferenze e possiamo accorgerci di questo osservandolo quando sta per conto suo e osservare la sua reazione ai diversi stimoli che si presentano o che gli presentate voi.

I bisogni del primo mese di vita sono sia i bisogni primari, cioè quelli inerenti la sopravvivenza, quindi mangiare, dormire ed essere coccolati. Ci sono poi delle cose che se proposte aiutano e facilitano lo sviluppo psicomotorio del neonato.

I neonati nel primo mese di vita stanno vivendo un passaggio importantissimo, quello che dalla pancia e dal nuotare nel liquido amniotico li fa arrivare in un posto con rumori, suoni, odori e la gravità. Ebbene si, c'è la scoperta della gravità che nella pancia il feto non sente. Ed il bambino dovrà imparare a relazionarsi ad essa, con movimenti, tono, posture... e chi si prende cura di lui può aiutarlo a trovare vie semplici per raggiungere un buon equilibrio psicomotorio, armonizzando le aree dello sviluppo.


Vi invito quindi a visionare il video in modo da scoprire alcune cose che possono aiutarlo nel suo primo mese di vita.



lunedì 1 ottobre 2018

I 7 motivi per cui un neonato piange

Il neonato piange per diversi motivi. 

Due dei motivi principali per cui il neonato piange sono facilmente riconoscibili, poiché sono il pianto per fame ed il pianto per sonno. 

Ma il neonato può piangere per tanti motivi diversi che a volte non vengono neanche in mente. E cosa succede? Che se non teniamo presente questi motivi, la tendenza sarà sempre quella di dare il latte al bambino ogni volta che piange, pensando erroneamente che ha fame!!


Vi suggerisco quindi di visionare il brevissimo video che ho fatto per scoprire quali sono gli altri motivi per cui il neonato può piangere.
Se volete potete commentare il video direttamente su YouTube e dire la vostra opinione oppure tornare sul blog e farlo qui.


Ecco il video

martedì 21 agosto 2018

Gioco poco usato ma molto utile: l'incastro di legno

A queste semplici tavolette vengono spesso preferiti gioco ad incastri più complicati, come le costruzioni di legno o di plastica ad incastro, dove il bambino deve costruire qualcosa.

Probabilmente il fatto che debba costruire influenza l'adulto sulla scelta dell'uno piuttosto che dell'altro. 

Del resto costruire vuol dire immaginare e creare e cosa c'è di meglio di un giocattolo che stimoli la fantasia e la creatività?

Questo è vero, ma vale quando il bambino è più grande (se non ha capacità particolari), altrimenti finisce che con le costruzioni ad incastro ci gioca il papà! 😉

Un bambino di due anni invece potrebbe avere curiosità per i puzzle ad incastro di legno (non so se è il loro nome). Ce ne sono di tutti i tipi: con le immagini sotto al pezzo da incastrare, con pochi incastri, tre o quattro) per i più piccoli, con il pezzo da incastrare diviso in due per i più grandi. Inoltre le tavolette sono a tema: frutta, animali, la fattoria, la città, mezzi di trasporto eccetera, cosa che ci invita ad inventare una storia insieme al bambino.

Ma quali sono i benefici nel giocare con questo tipo di incastro?

  • Allenamento della coordinazione occhio-mano
  • Aumento delle capacità di movimento fine-motorio
  • Riconoscimento delle forme 
  • Imparare la corrispondenza (associazione) del pezzo da incastrare con la forma in cui incastrare
  • Allenamento dell'orientamento spaziale
  • Allenamento della coordinazione occhio-mano
  • Imparare a gestire l'impulsività
  • Sviluppo dell'attenzione
  • Sviluppo della creatività 
E a cosa serve allenare tutte queste cose?
  • Imparare a giocare da soli
  • Stare seduti per più tempo
  • Sviluppo dell'attenzione e della concentrazione
  • Creare le basi per una buona lettura
  • Creare le basi per giochi di incastri più complicati e per lo sviluppo del pensiero logico
  • Apprendimento delle associazioni e delle categorie
Un'ultima cosa importante
Essendo un gioco poco usato e diverso dai classici giochi con cui i bambini vengono a contatto, all'inizio è necessario che il genitori insegni al bambino come giocare con questo nuovo materiale, magari inserendo insieme i pezzi ed inventando una bella storia!!


lunedì 16 luglio 2018

Bambino capriccioso? Qualche consiglio sulla prevenzione del capriccio

Molti genitori vengono a chiedermi cosa fare per gestire il capriccio del loro bambino.


Ci sono diversi modi per gestire il capriccio, ma oggi volevo provare a parlare di ciò che si può fare PRIMA che il capriccio si verifichi.


Molti bambini sono capricciosi. Ma, in fondo, da cosa dipende il capriccio? A parte ad ottenere delle cose. 

Il capriccio è una reazione che si è strutturata nel tempo a degli stimoli e che non permette al bambino di sostenere e sopportare una minima frustrazione.


E cos’è una “minima frustrazione”? E’ quando il bambino di fronte a qualsiasi tipo di rifiuto, anche banale, fa i capricci per ottenere ciò che gli è stato rifiutato. In pratica non riesce proprio a sopporta un "no", un diniego.

E’ importante tener presente che la reazione capricciosa è un comportamento appreso. Ha capito che dopo il capriccio ottiene delle cose. Non c’è nato, capriccioso.



Fin da quando è neonato capisce che ottiene delle cose facendone altre. 

Infatti il neonato piange per comunicare, non solo quando ha fame ma anche per noia, per le coccole, per il sonno. Già a questa età riesce a capire cosa ottiene con i diversi tipi di pianto. Impara quindi ad ottenere quello che vuole in seguito ad una comunicazione che inizialmente avviene tramite il pianto.

Diventando più grande, e con la presenza di una dinamica "appena piango ottengo tutto", il pianto lascia il posto al capriccio o al tono "lagnoso".

Se la cosa si struttura non solo abbiamo di fronte un bambino capriccioso e lagnoso, ma anche e soprattutto un bambino che non sa gestire la frustrazione. 

Questo bambino sarà un adulto che soffrirà più di altri di fronte alle difficoltà che la vita gli porrà davanti poiché non basterà più “fare i capricci o essere lagnosi” per ottenere delle cose.


Cosa possiamo fare? Cominciamo dal principio.


I colpevoli sono i “messaggi ambigui”, cioè quei messaggi che inconsapevolmente vengono mandati al bambino.

Il messaggio ambiguo è un messaggio che ha due significati, uno palese l’altro, opposto, nascosto o non subito percepibile nel momento in cui si agisce. Quindi arrivano in contemporanea, o quasi, due messaggi differenti e discordanti.

Facciamo qualche esempio:
  • il bambino fa una marachella e viene sgridato dalla mamma. Il bimbo si offende talmente tanto che si mette a piangere. La mamma lo coccola non resistendo alla tenerezza insorta. Cosa è successo? 
Che inconsapevolmente la mamma ha mandato al figlio un messaggio ambiguo. Il bambino può infatti pensare che visto che è stato coccolato, la mamma si è pentita oppure che si era sbagliata e non riuscirà a correggere il comportamento iniziale per cui è stato ripreso.

Tra l’altro, magari non ha ottenuto quello che voleva, ma ha ottenuto delle coccole che sono comunque qualcosa di bello. Ed il bambino è veramente confuso.
  • Papà e figlia passano davanti ad una gelateria. La bambina chiede un gelato, ma è quasi ora di pranzo e non è il caso. La bambina comincia a “frignare”, ad un cento punto il papà esausto le dice “se smetti di frignare ti prendo il gelato”. Cosa ha imparato la bambina?
Che se fa i capricci ottiene quello che vuole perché la frase “se smetti di …..”. I bambini la dimenticano subito e ricordano solo i comportamenti espressi: capricci=papà si stanca=ottengo ciò che voglio. Un "no" si è tramutato in "si".
  • Oppure può accadere che si sgrida il bambino, ma in realtà dentro di sé proprio non si voleva, ci si pente subito, ma ormai la sgridata è partita e non si può tornare indietro. Il fatto, in questo caso, è che il corpo in qualche modo sfuggendo al controllo, tradirà le parole. Il messaggio non verbale arriva al bambino che saprà che esiste un punto debole su cui puntare. Ed il messaggio che gli arriva è nuovamente un messaggio ambiguo.

Questi esempi accadono in tutte le famiglie, questo non vuol dire che tutti i bambini a cui succede questo diventano capricciosi, ma un insieme di variabili come il carattere del genitore, il carattere del bambino e esempi di questo genere ripetuti spesso nel tempo, possono generare un bambino capriccioso e con grosse difficoltà a gestire la frustrazione.

Come si può fare quindi??
  • Diventarne consapevoli è sempre il primo passo per poter modificare.
  • Prevenire. Conoscete vostro figlio, sapete cosa potrà accadere, parlategli prima dicendogli che comportandosi bene a fine giornata avrà un regalino. Questo, se il bambino è piccolo, bisogna che sia concreto, le parole le dimenticano. Una foto del regalino che otterrà potrebbe essere utile.
  • Fare dei compromessi PRIMA che vostro figlio faccia i capricci, quindi sempre in un’ottica preventiva. Ad esempio se volete che vostro figlio non faccia più le storie prima di fare il bagnetto. Comincerete dalla mattina “stasera facciamo il bagnetto, lo sai che si deve fare. Facciamo così, sono sicura che andrà bene e che avrai un premio”.
  • I “no” detti devono rimanere dei "no" e non modificarsi nel tempo in dei “si” o peggio ancora in dei “ni”, il famoso “poi vediamo...” che i bambini comprendono veramente poco. In realtà anche gli adulti!!!


In conclusione, consiglio è di cercare di prevenire il capriccio al fine di educare il bambino a gestire la frustrazione per qualcosa che deve imparare a fare anche se è percepita come faticosa, brutta, noiosa e via dicendo.

Se volete vedere il video di questo articolo CLICCATE QUI.

domenica 13 maggio 2018

Cosa si può fare quando un bambino è impulsivo

Bambina sgridata dalla mamma
Fin da quando una donna o un uomo decidono di avere un figlio, iniziano a pensarsi come genitori, e quindi come educatori. Ciò è importante poiché non è un mestiere semplice, anzi, come il vecchio S. Freud dice, è il mestiere più difficile che esiste.

L'educazione comprende anche l'insegnamento delle varie regole di comportamento da avere in varie situazioni. Saper relazionarsi con una regola è importante.

Che succede quando un genitore, o educatore, si trova di fronte ad un bambino dinamico, vivace, che non riesce a stare attento per molto tempo perché il suo corpo grida al movimento? Come fare se abbiamo di fronte un bambino che non pensa prima di agire? Come fare quando il bambino è disattento, disordinato, non sta mai fermo sulla sedia ed e impossibile studiare?

STRATEGIE EFFICACI

- I genitori sono quelli che decidono. Se vi accorgete che nella vostra famiglia accade il contrario, c'è qualcosa che non va. Vi faccio un esempio che può sembrare banale: se una madre prima di preparare il pranzo o la cena chiede sempre a suo figlio "cosa vuoi per cena?", i ruoli molto probabilmente sono invertiti. Il figlio dovrebbe arrivare a tavola e mangiare quello che c'è. Il rispetto del ruolo genitoriale, e quindi di chi educa parte anche da questioni di cibo.

- I genitori devono andare d'accordo. Ovviamente è impossibile non discutere o litigare, fa parte dei giochi. Ma sull'educazione dei figli e sulle decisioni da prendere a riguardo si deve viaggiare sullo stesso binario. Se non si è d'accordo, non è necessario rispondere subito ad un quesito di vostro figlio, basta dirgli la verità "Ne parlo con tuo padre e prenderemo una decisione".

- Imporre UNA regola fondamentale. Partire da due o più regole sarebbe fallimentare. I genitori di un bambino vivace, devono scegliere una prima regola, importante si, ma che sia fattibile da rispettare sia da parte dei genitori che da parte del bambino. 

- Giocate con vostro figlio. E quando lo fate, la REGOLA FONDAMENTALE è che si finisce (e si mette a posto) un gioco prima di cominciarne un altro. 


Provate queste strategie per qualche mese prima di far etichettare vostro figlio come un iperattivo (ADHD) o come uno "scansafatiche" o peggio come un oppositivo-provocatorio (DOP) e magari imbottirlo di farmaci con effetti collaterali importanti già da così piccolo!

E se proprio non riuscite, sappiate che esistono numerosi studi che provano la validità di interventi cognitivo-comportamentali o relazionali e come questi siano meno immediati ma più efficaci degli interventi farmacologici.


martedì 1 maggio 2018

Vado a trovare un neonato: le 10 regole da rispettare

Quando si va a trovare un neonato, o ci si prepara al suo arrivo, è importa rispettare alcune regole di base che trovate anche nell'immagine e di cui spiegheremo i motivi di seguito.



  1. Lavarsi le mani prima di toccare un neonato. Le mani sono un ricettacolo di batteri perché tocchiamo tutto, magari i soldi, un animale o piuttosto ci si è coperti il naso per uno starnuto. 
  2. Non prendere in braccio il neonato se si indossano giacche o cappotti. Questi indumenti non vengono lavati spesso e non solo ci coprono dal freddo, ma anche dal contatto con altre persone, cose e animali; soprattutto se utilizziamo i mezzi pubblici. Non perché persone, cose e animali con cui veniamo a contatto sono contagiose a prescindere, ma perché tutti possiamo essere portatori di qualcosa che potrebbe far male al neonato.
  3. Mai baciare viso e mani del neonato se non si è la mamma od il papà. In generale non dovrebbero farlo neanche loro, soprattutto se raffreddati o se vengono da fori casa. Ma è ovvio che è una cosa quasi impossibile da chiedere ai genitori. Anche se siete i genitori, fatelo con prudenza. La bocca è portatrice di molte infezioni e se, ad esempio, abbiamo un herpes non ancora evidente ne siamo comunque portatori e ciò è nocivo per il pupo. Lo stesso per mal di gola, raffreddori vari ecc. ecc.
  4. Non mettere il profumo. può dare fastidio sia alla neomamma che al neonato. Inoltre tutti i profumi contengono delle tossine che se inalate si vanno ad aggiungere e sommare ad un'aria già di per sé inquinata.
  5. Non fumare vicino al neonato. In realtà non basta. Alcune ricerche hanno trovato un'alta correlazione tra familiari fumatori e la "morte in culla". Non significa che il fumo possa esserne la causa diretta, ma la correlazione c'è e questo ci dice che dobbiamo tare attenti. Sarebbe meglio che il fumatore aspettasse circa 30 minuti prima di riavvicinarsi al neonato ed essersi lavato le mani e viso (soprattutto se ha barba e/o baffi).
  6. Non stressate la neomamma con discorsi su allattamento, sonno eccetera a meno che non sia lei a proporre questi argomenti. Sarà lei a scoprire come fare la mamma e ha trovare un equilibrio con il suo speciale bambino.
  7. Non dare mai consigli alle neomamma se non richiesti. In pratica come sopra!
  8. Mai prendere in braccio il neonato senza chiedere il permesso. E' vero che è una cosa spontanea e bella, ma bisogna tener presente vari fattori: non sappiamo se al neonato piace andare in braccio a persone che non siano i suoi genitori, la mamma potrebbe non gradire, soprattutto se sono i primi giorni di vita del bimbo, magari sta dormendo e lo si potrebbe svegliare....
  9. Non disturbare un neonato che dorme. Il detto "il sonno del neonato è d'oro" ha delle radici neurobiologiche. Infatti il cervello è l'unico organo che continua a crescere dopo la nascita. Soprattutto nel primo anno di vita, durante il sonno, i neuroni continuano ad essere mielinizzati, cioè ricoperti di una sostanza che permette la trasmissione di informazioni tra neuroni. Cosa che non avviene da svegli.
  10. Scaglionare le visite. Mamma e bambino necessitano di tranquillità. E' importante chiamare e sapere se la nostra visita quel giorno è gradita o se si accavalla ad altre visite. Inoltre sarebbe opportuno non andare presso il domicilio, durante il primo mese e mezzo di vita del bambino poiché il più delicato. Mese in cui madre e bambino imparano a conoscersi e in cui i genitori devono trovare un nuovo equilibrio di coppia. 

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