Una mamma deve essere come un felino nel difendere i propri figli
Questa la storia di Stefania e di suo figlio, svoltasi nelle Filippine. E' il primo post con cui presenta il suo blog, dove racconta se stessa e suo figlio. Un blog che testimonia l'assurdità degli uomini-mostro:
Sul Messaggero di ieri, a firma Francesca Filippi, è uscito un articolo intitolato “segregata a Manila per amore di un orfanello”, dove si racconta la storia di Stefania Fedele, 49enne romana, una vita dedicata alla solidarietà, soprattutto verso i bambini, rimasta letteralmente per molti mesi in ostaggio di una giustizia, quella filippina, che troppo spesso è permissiva verso chi ha fatto del traffico e dello sfruttamento dei minori una vera professione mentre è implacabile con chi, in buona fede, commette un errore.
L'articolo racconta di come Stefania, arrivata nelle Filippine per aiutare i bambini delle favelas della capitale, trovi in un ospedale Enric, 7 anni, rimasto orfano di padre e di madre, di come tra loro sia stato subito amore, di come Stefania abbia preso questo bambino e lo abbia nutrito, allevato, fatto studiare (oggi Enric parla perfettamente inglese, italiano e filippino) e sottratto a quello che nelle Filippine è uno dei maggiori business, quello della prostituzione infantile.
Ma racconta anche di come, a causa di questo amore, Stefania si sia improvvisamente trovata in un mare di guai proprio con quella giustizia filippina per cui tutto è possibile ma non amare incondizionatamente un bambino.
E' Stefania stessa a raccontare quanto avvenuto ai cronisti del Messaggero che le hanno telefonato una volta appreso della storia, una storia che noi di Secondo Protocollo seguiamo quotidianamente ormai da molto tempo anche perché Stefania è una di noi, una preziosa collaboratrice nella lotta alla pedofilia e al traffico di minori.
In poche parole (ma la storia è un tantino più complessa) per poter iscrivere Enric ad una scuola, naturalmente filippina perché Stefania non lo vuole nella maniera più assoluta sradicare dalla propria terra, il bambino deve essere battezzato.
Enric non ha niente, nè un certificato di nascita, né un parente in vita che possa riconoscerlo, un essere praticamente invisibile, cosa assai frequente nelle Filippine e principale causa del dilagante traffico di minori. Così per iscriverlo a scuola alcuni religiosi della chiesa vicina all'abitazione di Stefania lo hanno battezzato con il cognome di Stefania. Nelle Filippine questo è perfettamente regolare, oltretutto l'operazione avviene alla luce del sole tanto che nell'ultimo censimento fatto dalla Stato Filippino Enric viene censito come “Enric Fedele”.
Di fatto il bambino risulta essere, dal certificato di battesimo e di nascita, figlio di Stefania.In effetti, come testimonia Franco Londei, presidente di Secondo Protocollo, che ogni giorno parla al telefono con Stefania e con Enric, il bambino considera la donna sua madre a tutti gli effetti, la chiama mamma, fa le marachelle per cui viene messo in castigo, non si addormenta la sera se Stefania non è li con lui, insomma ha un rapporto con Stefania equivalente (se non maggiore) a quello che un figlio ha con la madre naturale.
I problemi per Stefania ed Enric iniziano nel marzo scorso quando la stessa Stefania ha bisogno di una proroga del suo permesso di soggiorno e si affida ad un sedicente funzionario dell'immigrazione che si rivelerà poi un losco individuo, il quale cerca di incastrare Stefania, con la complicità della polizia, dopo averle consigliato di mettere Enric nel proprio passaporto. Lo scopo è il solito: estorcere denaro al ricco occidentale.
Viene organizzata una vera e propria imboscata dove, ingenuamente, Stefania cade. La donna viene arrestata per falsificazione di documenti ma si ventila addirittura il traffico di bambini, accusa che comunque cade immediatamente.Non staremo a raccontare l'incredibile odissea che Stefania ha dovuto vivere in questi mesi, le spese che ha dovuto sostenere a causa di cattivi consigli, la segregazione che ha vissuto, privata com'era dei propri documenti.
Non lo faremo perché la storia è lunghissima e ricca di episodi censurabili, diremo solo che nel frattempo Enric ha continuato ad andare a scuola con risultati eccezionali, con pagelle che qualsiasi genitore sarebbe orgoglio di mostrare al mondo intero, che Stefania ha continuato imperterrita a occuparsi di quei bambini che come Enric non hanno nessuno e a denunciare quanto sta avvenendo nelle Filippine per quanto riguarda il traffico di minori e la pedofilia.
Lentamente la cosa si sta chiarendo e insieme a Stefania e alle autorità filippine preposte stiamo regolarizzando la posizione di Enric mentre grazie alla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero diretta dalla dott.ssa Ermellin e all'ambasciatore Rubens Fedele, che ringraziamo sentitamente, anche l'ambasciata si sta finalmente muovendo nel modo giusto.
Nell'attesa che tutto si chiarisca Stefania sta predisponendo il progetto che vede Secondo Protocollo in prima linea nella lotta alla pedofilia e al traffico di bambini nelle Filippine, un Paese dove ci sono migliaia di bambini come Enric che non hanno nessuno e che per questo sono facile preda di persone senza scrupoli.
Sul Messaggero di ieri, a firma Francesca Filippi, è uscito un articolo intitolato “segregata a Manila per amore di un orfanello”, dove si racconta la storia di Stefania Fedele, 49enne romana, una vita dedicata alla solidarietà, soprattutto verso i bambini, rimasta letteralmente per molti mesi in ostaggio di una giustizia, quella filippina, che troppo spesso è permissiva verso chi ha fatto del traffico e dello sfruttamento dei minori una vera professione mentre è implacabile con chi, in buona fede, commette un errore.
L'articolo racconta di come Stefania, arrivata nelle Filippine per aiutare i bambini delle favelas della capitale, trovi in un ospedale Enric, 7 anni, rimasto orfano di padre e di madre, di come tra loro sia stato subito amore, di come Stefania abbia preso questo bambino e lo abbia nutrito, allevato, fatto studiare (oggi Enric parla perfettamente inglese, italiano e filippino) e sottratto a quello che nelle Filippine è uno dei maggiori business, quello della prostituzione infantile.
Ma racconta anche di come, a causa di questo amore, Stefania si sia improvvisamente trovata in un mare di guai proprio con quella giustizia filippina per cui tutto è possibile ma non amare incondizionatamente un bambino.
E' Stefania stessa a raccontare quanto avvenuto ai cronisti del Messaggero che le hanno telefonato una volta appreso della storia, una storia che noi di Secondo Protocollo seguiamo quotidianamente ormai da molto tempo anche perché Stefania è una di noi, una preziosa collaboratrice nella lotta alla pedofilia e al traffico di minori.
In poche parole (ma la storia è un tantino più complessa) per poter iscrivere Enric ad una scuola, naturalmente filippina perché Stefania non lo vuole nella maniera più assoluta sradicare dalla propria terra, il bambino deve essere battezzato.
Enric non ha niente, nè un certificato di nascita, né un parente in vita che possa riconoscerlo, un essere praticamente invisibile, cosa assai frequente nelle Filippine e principale causa del dilagante traffico di minori. Così per iscriverlo a scuola alcuni religiosi della chiesa vicina all'abitazione di Stefania lo hanno battezzato con il cognome di Stefania. Nelle Filippine questo è perfettamente regolare, oltretutto l'operazione avviene alla luce del sole tanto che nell'ultimo censimento fatto dalla Stato Filippino Enric viene censito come “Enric Fedele”.
Di fatto il bambino risulta essere, dal certificato di battesimo e di nascita, figlio di Stefania.In effetti, come testimonia Franco Londei, presidente di Secondo Protocollo, che ogni giorno parla al telefono con Stefania e con Enric, il bambino considera la donna sua madre a tutti gli effetti, la chiama mamma, fa le marachelle per cui viene messo in castigo, non si addormenta la sera se Stefania non è li con lui, insomma ha un rapporto con Stefania equivalente (se non maggiore) a quello che un figlio ha con la madre naturale.
I problemi per Stefania ed Enric iniziano nel marzo scorso quando la stessa Stefania ha bisogno di una proroga del suo permesso di soggiorno e si affida ad un sedicente funzionario dell'immigrazione che si rivelerà poi un losco individuo, il quale cerca di incastrare Stefania, con la complicità della polizia, dopo averle consigliato di mettere Enric nel proprio passaporto. Lo scopo è il solito: estorcere denaro al ricco occidentale.
Viene organizzata una vera e propria imboscata dove, ingenuamente, Stefania cade. La donna viene arrestata per falsificazione di documenti ma si ventila addirittura il traffico di bambini, accusa che comunque cade immediatamente.Non staremo a raccontare l'incredibile odissea che Stefania ha dovuto vivere in questi mesi, le spese che ha dovuto sostenere a causa di cattivi consigli, la segregazione che ha vissuto, privata com'era dei propri documenti.
Non lo faremo perché la storia è lunghissima e ricca di episodi censurabili, diremo solo che nel frattempo Enric ha continuato ad andare a scuola con risultati eccezionali, con pagelle che qualsiasi genitore sarebbe orgoglio di mostrare al mondo intero, che Stefania ha continuato imperterrita a occuparsi di quei bambini che come Enric non hanno nessuno e a denunciare quanto sta avvenendo nelle Filippine per quanto riguarda il traffico di minori e la pedofilia.
Lentamente la cosa si sta chiarendo e insieme a Stefania e alle autorità filippine preposte stiamo regolarizzando la posizione di Enric mentre grazie alla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero diretta dalla dott.ssa Ermellin e all'ambasciatore Rubens Fedele, che ringraziamo sentitamente, anche l'ambasciata si sta finalmente muovendo nel modo giusto.
Nell'attesa che tutto si chiarisca Stefania sta predisponendo il progetto che vede Secondo Protocollo in prima linea nella lotta alla pedofilia e al traffico di bambini nelle Filippine, un Paese dove ci sono migliaia di bambini come Enric che non hanno nessuno e che per questo sono facile preda di persone senza scrupoli.
4 commenti:
paola come faccio a linkare questo post nel mio blog?
Ora è cambiato qualcosa?
http://salute33.blogspot.com
"La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente." (A. Schopenhauer)
"Spesso" i felini si uniscono tra loro per proteggere la prole mentre gli umani lasciano che ogni madre provveda da sola, a dispetto di tutti i soldi spesi per le strutture di assistenza.
La pedofilia, poi, si aggiunge alla mancata protezione sociale e trova ampio spazio per i suoi comodi.
Troppi i pedofili, altissimi i guadagni. E' davvero difficile che sorga la vera volontà politica di combatterli.
Posta un commento