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domenica 26 ottobre 2008

L'uomo che svolazza (parte IV)


- Alcuni uomini "svolazzano". Non hanno più "i piedi sulla terra".
Tu svolazzi,
quando prendi i sogni per realtà, quando trascorri il tuo tempo a concepire dei progetti che non realizzerai mai, quando non riesci ad adattarti alle persone e alle cose, quando non ti accetti così come sei, non accetti gli altri, l'ambiente in cui vivi, il posto che occupi, gli avvenimenti che ti toccano...
Tu svolazzi quando, per paura della realtà, difetti di generosità, o, per soddisfazione orgogliosa, ti lasci trasportare dal sogno.
- Sognare la tua vita non è viverla.
Tu hai diritto di attaccarti ad un sogno solo per portarti in avanti, mai per allontanarti dalla realtà, mai per fuggire questa realtà.
- Per costruirsi bene e restare in piedi, devi ricordarti spesso i diversi piani dell'uomo e la loro gerarchia, poi osservati lealmente di fronte a questa persona, a questo atto, a questo atteggiamento...Cos'è che ti ha spinto a decidere così, ad agire o reagire in quest'altro modo? Se non sei stato tu a comandare, il fatto d'averlo constatato è già di per sé una vittoria del tuo spirito. Dimostra che non è più una vittima cieca, ma che si sta liberando e sta riprendendo il suo posto direttivo nella tua vita.
- Con i suoi soli mezzi l'uomo non può restare in piedi: il suo corpo è troppo pesante, la sua sensibilità troppo intraprendente. Ha bisogno di una forza che lo sollevi dall'alto, lo sostenga e lo trasformi nel suo intimo.
Se apri la tua anima a Dio, sarai forte della tua stessa forza, e la tua sensibilità ed il tuo corpo saranno in mano tua, poiché le tue mani saranno nelle sue.
Dal libro "Donare" di M. Quoist.

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