Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

lunedì 16 luglio 2018

Bambino capriccioso? Qualche consiglio sulla prevenzione del capriccio

Molti genitori vengono a chiedermi cosa fare per gestire il capriccio del loro bambino.


Ci sono diversi modi per gestire il capriccio, ma oggi volevo provare a parlare di ciò che si può fare PRIMA che il capriccio si verifichi.


Molti bambini sono capricciosi. Ma, in fondo, da cosa dipende il capriccio? A parte ad ottenere delle cose. 

Il capriccio è una reazione che si è strutturata nel tempo a degli stimoli e che non permette al bambino di sostenere e sopportare una minima frustrazione.


E cos’è una “minima frustrazione”? E’ quando il bambino di fronte a qualsiasi tipo di rifiuto, anche banale, fa i capricci per ottenere ciò che gli è stato rifiutato. In pratica non riesce proprio a sopporta un "no", un diniego.

E’ importante tener presente che la reazione capricciosa è un comportamento appreso. Ha capito che dopo il capriccio ottiene delle cose. Non c’è nato, capriccioso.



Fin da quando è neonato capisce che ottiene delle cose facendone altre. 

Infatti il neonato piange per comunicare, non solo quando ha fame ma anche per noia, per le coccole, per il sonno. Già a questa età riesce a capire cosa ottiene con i diversi tipi di pianto. Impara quindi ad ottenere quello che vuole in seguito ad una comunicazione che inizialmente avviene tramite il pianto.

Diventando più grande, e con la presenza di una dinamica "appena piango ottengo tutto", il pianto lascia il posto al capriccio o al tono "lagnoso".

Se la cosa si struttura non solo abbiamo di fronte un bambino capriccioso e lagnoso, ma anche e soprattutto un bambino che non sa gestire la frustrazione. 

Questo bambino sarà un adulto che soffrirà più di altri di fronte alle difficoltà che la vita gli porrà davanti poiché non basterà più “fare i capricci o essere lagnosi” per ottenere delle cose.


Cosa possiamo fare? Cominciamo dal principio.


I colpevoli sono i “messaggi ambigui”, cioè quei messaggi che inconsapevolmente vengono mandati al bambino.

Il messaggio ambiguo è un messaggio che ha due significati, uno palese l’altro, opposto, nascosto o non subito percepibile nel momento in cui si agisce. Quindi arrivano in contemporanea, o quasi, due messaggi differenti e discordanti.

Facciamo qualche esempio:
  • il bambino fa una marachella e viene sgridato dalla mamma. Il bimbo si offende talmente tanto che si mette a piangere. La mamma lo coccola non resistendo alla tenerezza insorta. Cosa è successo? 
Che inconsapevolmente la mamma ha mandato al figlio un messaggio ambiguo. Il bambino può infatti pensare che visto che è stato coccolato, la mamma si è pentita oppure che si era sbagliata e non riuscirà a correggere il comportamento iniziale per cui è stato ripreso.

Tra l’altro, magari non ha ottenuto quello che voleva, ma ha ottenuto delle coccole che sono comunque qualcosa di bello. Ed il bambino è veramente confuso.
  • Papà e figlia passano davanti ad una gelateria. La bambina chiede un gelato, ma è quasi ora di pranzo e non è il caso. La bambina comincia a “frignare”, ad un cento punto il papà esausto le dice “se smetti di frignare ti prendo il gelato”. Cosa ha imparato la bambina?
Che se fa i capricci ottiene quello che vuole perché la frase “se smetti di …..”. I bambini la dimenticano subito e ricordano solo i comportamenti espressi: capricci=papà si stanca=ottengo ciò che voglio. Un "no" si è tramutato in "si".
  • Oppure può accadere che si sgrida il bambino, ma in realtà dentro di sé proprio non si voleva, ci si pente subito, ma ormai la sgridata è partita e non si può tornare indietro. Il fatto, in questo caso, è che il corpo in qualche modo sfuggendo al controllo, tradirà le parole. Il messaggio non verbale arriva al bambino che saprà che esiste un punto debole su cui puntare. Ed il messaggio che gli arriva è nuovamente un messaggio ambiguo.

Questi esempi accadono in tutte le famiglie, questo non vuol dire che tutti i bambini a cui succede questo diventano capricciosi, ma un insieme di variabili come il carattere del genitore, il carattere del bambino e esempi di questo genere ripetuti spesso nel tempo, possono generare un bambino capriccioso e con grosse difficoltà a gestire la frustrazione.

Come si può fare quindi??
  • Diventarne consapevoli è sempre il primo passo per poter modificare.
  • Prevenire. Conoscete vostro figlio, sapete cosa potrà accadere, parlategli prima dicendogli che comportandosi bene a fine giornata avrà un regalino. Questo, se il bambino è piccolo, bisogna che sia concreto, le parole le dimenticano. Una foto del regalino che otterrà potrebbe essere utile.
  • Fare dei compromessi PRIMA che vostro figlio faccia i capricci, quindi sempre in un’ottica preventiva. Ad esempio se volete che vostro figlio non faccia più le storie prima di fare il bagnetto. Comincerete dalla mattina “stasera facciamo il bagnetto, lo sai che si deve fare. Facciamo così, sono sicura che andrà bene e che avrai un premio”.
  • I “no” detti devono rimanere dei "no" e non modificarsi nel tempo in dei “si” o peggio ancora in dei “ni”, il famoso “poi vediamo...” che i bambini comprendono veramente poco. In realtà anche gli adulti!!!


In conclusione, consiglio è di cercare di prevenire il capriccio al fine di educare il bambino a gestire la frustrazione per qualcosa che deve imparare a fare anche se è percepita come faticosa, brutta, noiosa e via dicendo.

Se volete vedere il video di questo articolo CLICCATE QUI.

0 commenti:

I più letti di sempre

Seguimi su Facebook