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La quercia come simbolo della famiglia

sabato 22 settembre 2012

Sono in ritardo!

La giornata scolastica finisce con un soave e dolce DRIIIIINNNN!!!
Per tutti i bambini e ragazzi è così. L'ora di uscita dalla scuola è una festa, un momento per incontrarsi fuori da scuola, per fare due chiacchiere, per organizzare un pranzo a casa della compagna, semplicemente per dirsi "ciao, ci vediamo domani" e avere in testa il relax di casa.
Fino ad una certa età, sono i genitori che vanno a riprendere il proprio figlio all'uscita da scuola.
Ma che succede se il genitore non c'è?
"Niente di grave", dicono (o pensano) alcuni, "aspetterà qualche minuto. Ma si sbagliano!!!
La presenza dei genitori al suono della campanella è necessaria. Il bambino o ragazzo prova un senso di fiducia, di appartenenza alla famiglia, sa che non è solo e che gli adulti che si occupano di lui, sono presenti nella sua vita (anche se alla domanda "com'è andata, oggi?", la risposta tipica è un "bene" spesso poco soddisfacente per il genitore).

Al contrario, un bambino che deve aspettare prova rabbia, solitudine, delusione. Anche l'autostima ne risente. Come conseguenza il bambino potrebbe pensare che il genitore non gli vuole bene, può sentirsi non amato e mettere in atto una serie di comportamenti oppositivi durante tutto il giorno, solo per provare il contrario, o, anche, per sfogare rabbia e frustrazione.
E, non è tutto.
Anche il personale scolastico risente del ritardo dei genitori. Può pensare cose poco carine nei riguardi di chi fa sempre tardi a prendere il figlio. Tali pensieri, vengono "passati" in qualche modo al piccolo. Non c'è bisogno di parole, le emozioni "viaggiano" nell'aria!!! E, la rabbia di chi aspetta insieme al bambino si può tramutare in provvedimenti organizzativo-punitivi, come far pagare ai genitori lo straordinario del bidello che aspetta (leggere qui).
Evitare tutto questo? Organizzarsi qualche minuto prima.
E' il genitore che deve aspettare il figlio!

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