Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

martedì 30 settembre 2008

Faccio fare a mia figlia il vaccino contro il PapillomaVirus?



Non è semplice per un genitore scegliere di far fare il vaccino contro il Papillomavirus (HPV) alla propria figlia.
Decisione ardua, su cui vale la pena soffermarsi un bel po'.

Il Papillomavirus o HPV sono dei virus che infettano causando della malattie della pelle e delle mucose. Un esempio possono essere le verruche cutanee.
Purtroppo, alcuni tipi di HPV possono causare tumori benigni, come il condiloma (tipi di verruche che colpiscono le zone genitali sia maschili che femminili), o anche maligni, come il cancro del collo dell'utero e del pene.

La trasmissione avviene per via sessuale, e il profilattico non protegge. E' stato dimostrato che il rischio di contrarre il virus HPV aumenta esponenzialmente con l'aumento dei partner sessuali. Tali ricerche sono, inoltre, avvalorate dal fatto che il papillomavirus è stato trovato in gran numero tra membri di popolazioni promiscue e in precario stato di igiene. (notizie prese da Wikipedia)

(Vorrei fare qui una considderazione allontanandomi un pochino dallo scopo del post. Vorrei sottolineare, e me ne domando il motivo, il fatto che vengono riportate dai vari articoli su internet solo statistiche riguardo al papillomavirus contrato dal genere femminile. Eppure, è una malattia che contrae anche l'uomo? Come mai non vengono riportate le stime e le statistiche anche del genere maschile?)

Visto che una sana educazione alla sessualità pare impossibile (scusate il tono polemico), ecco arrivare un vaccino che risolve tutti i problemi: il Gardasil.
Tale vaccino dovrebbe prevenire l'infezione da HPV e quindi la formazione di neoplasie tumorali nel collo dell'utero. Gardasil il vaccino può essere iniettato nelle bambine a partire dai 9 anni di età fino a ragazze di 26 annni.

Ma, come funziona un vaccino? Un vaccino, non solo questo ma tutti i vaccini, contiene al suo interno il virus dal quale dovrebbe difendere. Mi spiego meglio, il vaccino del morbillo contiene il virus del morbillo; non proprio il virus "potente" ma una sua copia più "innocua" (dicono gli esperti) in modo tale che il corpo umano sappia reagire e sconfiggere questo virus-innocuo del morbillo. La conseguenza, sempre secondo esperti, è che il nostro corpo in seguito alla lotta con il virus-innocuo si è creato degli anticorpi che sapranno difendere il corpo se si dovesse incontrare il virus-vero del morbillo. Purtroppo non è così per tutti. Alcune persone hanno un corpo più "debole" che non sopporta tali vaccini e soccombe con la comparsa di gravi effetti collaterali. Purtroppo le persone a cui questo capita (per lo più bambini) sono in minoranza rispetto a chi invece riesce a contrastare il vaccino. In molti studiosi, ricercatori e medici c'è perciò la mentalità per cui "c'è sempre qualcuno che si deve sacrificare per il bene dell'umanità". (!!!)

Quindi, all'interno del Gardasil c'è un "piccolo" HPV, anzi tanti "piccoli" HPV (tanti perché l'HPV ha tante specie) che verrebbero iniettati nel corpo di una bimba di 9 anni o di una ragazza di 15 o 26 anni per proteggerle quando incontreranno i veri-virus-HPV.

Ci sono diverse considerazioni/perplessità che vorrei fare in merito:
- il vaccino è stato sicuramente testato su animali e le conseguenze, sia positive che negative, sono state viste su questi...topi, credo. Le conseguenze positive, benvengano: al massimo sugli umani (parliamo di bambine di 9 anni) non fa effetto; ma le consegue negative?
- il vaccino è in circolo da pochi mesi e già ci sono state delle segnalazioni di gravi conseguenze, come morte e la sindrome di GBS (una rara malattia neurologica che causa debolezza muscolare);
- tra gi effetti collaterali "lievi", mal di testa, nausa, febbre, c'è anche il pericolo di svenire. Lo svenimento non lo metterei tra gli effetti collaterali lievi, e non perché si può cadere procurandosi lesioni da caduta, ma perché lo svinemento è un sintomo importante. E' il modo in cui il corpo dà un black out, che ci sta dicendo che lo stiamo sovvraccaricando. E' una improvvisa mancanza di sangue al cervello, di conseguenza è interessato anche il cuore.
- c'è il sospetto, che non è accertato dalla medicina ufficiale, che molti vaccini esprimano gli effetti collaterali lontano dal giono in cui è avvenuta la vaccinazione. Chi mai potrà assicurare su questo?

Ed ho anche un'altra perplessità, che riguarda il messaggio inconscio che viene dato alle bambine e alle ragazze le cui mamme o i cui papà le portano a vaccinarsi contro questo virus. L'HPV è una malattia che si contrae nei rapporti sessuali non sicuri; portare una bambina a vaccinarsi contro questa malattia sarebbe come dirgli "figlia mia, ora puoi fare sesso con chi vuoi, sei protetta".

Ai genitori rimane la difficile scelta se vaccinare o meno le figlie contro il Papillomavirus.
Ognuno farà la scelta migliore per la propria figlia, l'importante è parlare ed esprimere ogni dubbio a se stessi e, poi, parlarne con il proprio pediatra o medico di famiglia.
Avere dei dubbi e delle perplessità non significa essere "contro" a priori, ma è invece indice di cercare di fare la scelta migliore possibile. Decisioni del genere vanno prese in modo ponderato, senza farsi prendere dall'ansia derivante spesso dalla "pubblicità" (negativa o positiva) fatta intorno al vaccino. Farsi delle domande e cercare delle risposte, significa compiere delle scelte consapevoli. Scelta, che in questo caso, viene fatta per una persona altra (cioè il genitore la fa non per se stesso ma per la figlia), almeno fino al compimento della maggiore età.

(Post ispirato da FDA)

lunedì 29 settembre 2008

Bee Movie, un punto di vista


Bee Movie è un film di animazione in 3d (tre dimensioni) prodotto dalla DreamWorks Animation e diretto dalla regia di S. Hickner e S.J. Smith.

La storia del film è incentrata sull'apetta Barry Benson che, una volta laureato, è chiamato a decidere del suo lavoro. Il lavoro che dovrà portare avanti per tutta la vita all'interno dell'alveare, senza possibilità di cambiare e senza aver prima visto "il mondo là fuori".

Il lavoro che Barry dovrà scegliere, fa parte della catena di montaggio di un alveare per la produzione del miele. Il piccolo contributo che Barry darà con il suo lavoro, sarà un contributo che manterrà in vita tutta la comunità di api.

L'apetta, non ci sta: non ha voglia di scegliere un lavoro che dovrà portare avanti per tutta la vita. Decide quindi di fare come i "fuchi fichi" che vanno fuori dall'alveare a raccogliere il miele dai fiori. Si unisce a loro ed esce dall'alveare.

Incontra così il mondo degli umani. Umani che sfruttano le sue colleghe apette per guadagnare alle loro spalle grazie alla vendita del miele da loro prodotto. Gli uomini sfruttano le api, intossicandole per recuperare il miele e senza nemmeno un briciolo di riconoscimento per il lavoro che le api fanno, e che fanno per tutta la vita, sacrificandola.

La reazione di Barry è giustamente la rabbia. Si arrabbia e fa in modo di liberare le sue colleghe api, che si sentono talmente libere che non lavorano più, tanto, da mangiare c'è il miele che è stato prodotto per gli umani: non c'è più bisogno di lavorare. Ma, si sa, che se le api smettono di lavorare (per qualsiasi motivo) l'impollinazione non avviene e le piante muoiono. Se le piante muoiono allora muoiono anche gli umani.

Nel film, a questo punto sembra che la "colpa" del fatto che le api non producono più il miele è di Barry. Si sentono frasi del tipo: "che importa se gli umani mangiano il nostro miele", oppure "cosa c'è di male se le api fanno lo stesso lavoro per tutta la vita".

Vorrei riflettere sul messaggio ambiguo di queste due frasi, pronunciate dai protagonisti del film, e sul motivo per cui il mondo muore a causa della non impollinazione delle api. Vorrei rifletterci perché nel guardare il film i bambini si immedesimano nei protagonisti, imparano come comportarsi. I film creano "cultura", "pensiero" e "stili di vita".

- "Che importa se gli umani mangiano il nostro miele". Certo che non importa, anzi, ci fa bene mangiare il miele. Il problema rimane lo sfruttamento che gli umani fanno delle api (rispetto a questo film, degli animali in generale) per i propri scopi (scopi che non sono sempre a favore della salute, ma delle "tasche gonfie"). L'apetta Barry non era arrabbiata perché gli umani mangiavano il miele, ma perché sfruttavano senza ringraziare, senza trattare bene, ma schiavizzando. Messaggi come questo, incastrano, immobilizzano: è come dire che la battaglia di Barry per "il bene comune" non interessa alla comunità, anzi non è neanche riconosciuta. Che c'entra il fatto che le api si sono sentite talmente libere che hanno smesso di impollinare con la battaglia portata avanti da Barry contro lo sfruttamento? Sarebbe quasi come dire: non liberiamo i bambini schiavi del lavoro che poi senza le "scarpe" cucite da loro "muoriamo". O frasi di altro genere.

- "Cosa c'è di male se le api fanno lo stesso lavoro per tutta la vita". Altra frase che incastra. Riferita all'economia italiana sarebbe come dire "non cambiate lavoro, sapete fare solo quello, non cercate di emergere perché non ce la potete fare". Una frase che distrugge non solo il lavoro compiuto per migliorare la propria condizione, ma anche quello che uno già fa, perché lo mortifica. Il cambiamento va sempre incentivato: se non ci si offre la possibilità di cambiare, se non si crede nel cambiamento, allora si rimarrà fermi, immobili e sottomessi.

- Nel film, il mondo vegetale muore a causa di un comportamento delle api. Le conseguenze sono disastrose e corrispondono al vero: se le api non fanno il loro lavoro, i fiori muoiono, gli alberi muoiono, la natura tutta muore. Ma nella realtà, questo non dipende dalle api, ma da un nostro comportamento scorretto nei loro confronti: oltre a sfruttarle per il miele che producono, le stiamo uccidendo con i pesticidi. In questo post, trovate le informazioni a riguardo. Nel notro piccolo, cosa possiamo fare per salvare le api? Non spruzziamo insetticidi sulle piante del nostro balcone!!!

sabato 27 settembre 2008

Troppo rumore fa male ai bambini


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità almeno il 2% degli europei soffrirebbe di gravi forme di insonnia e il 15% di rilevanti alterazioni psicologiche, fra cui stress e irritabilità, a causa dell'inquinamento acustico.

Ma i dati più preoccupanti relativi ai danni procurati dall'eccessivo rumore riguardano i bambini.

In Europa almeno 45mila bambini, residenti in zone particolarmente rumorose e trafficate (Roma è una di queste!!)maniferstano una maggior difficoltà di apprendimento ed evidenziano un ritardo di almeno tre mesi nel raggiungimento di determinati obiettivi di crescita rispetto ai bambini che vivono in zone più tranquille.

Addirittura l'esposizione dei bambini al rumore del traffico aereo può pregiudicare il loro sviluppo cognitivo.

Non esistono quasi più posti dove gli unici rumori che si sentono sono quelli della natura: macchine, aerei, strumenti musicali, allarmi, treni, navi, televisori, telefonini, radio.... Anche di notte, per chi vive in città, il rumore non si placa.

Questo procura un grande stress fisico ed emotivo anche se sembra che ci si è abituati al rumore, anche se appare come un sottofondo, anche se ci sembra di non sentirlo.

Tutto questo rumore ci sta facendo perdere il contatto con noi stessi e con la natura.

I bambini e gli anziani sono le persone che ne soffrono di più, cerchiamo di difenderli almeno rendendo l'ambiente delle case dove vivono più silenzioso possibile.


(Ispirata dal libro "I doni del silenzio di S. Molinari)

martedì 23 settembre 2008

I cellulari ai piccoli? Meglio di no!


Se dieci anni fa ci avessero detto che nelle classi elementari ogni bambino avrebbe avuto sotto il banco un telefono cellulare personale, avremmo certamente riso di una simile eventualità, considerandola pressocchè irrealizzabile.
Oggi sembra invece naturale disporre di un telefonino già dalla prima infanzia.
Nell’adolescenza, poi, è considerato assolutamente indispensabile per la vita sociale e per stare al passo con i tempi.

Gli esperti si interrogano da tempo sugli effetti che ha l’uso dei dispositivi cellulari sulla salute e in particolare sulla relazione tra telefoni mobili e cancro.
Finora non era stata accertata scientificamente nessuna delle presunte e allarmanti connessioni postulate da alcuni scienziati.
Tuttavia, recenti ricerche mettono in guardia dal rischio tumore al cervello per i giovanissimi che fanno uso del telefono portatile.
Secondo uno studio effettuato da ricercatori svedesi coordinati dal professor Lennart Hardell, dell’università di Orebro, le radiazioni dei cellulari sarebbero infatti pericolose e aumenterebbero il rischio di insorgenza di tumori al cervello.In futuro potrebbe esserci una vera e propria epidemia di forme di cancro provocate dall’esposizione alle radiazioni dei cellulari.
In particolare, le forme cancerogene legate all’impiego del telefonino in tenera età sono il glioma e il neuroma acustico.
Tra questi, il neuroma è di tipo benigno, ma porta spesso i soggetti che ne sono colpiti alla perdita completa dell’udito.
Malgrado l’esposizione alle radiazioni sia nociva in ogni fascia d’età, i bambini, secondo gli autori della ricerca, sarebbero i soggetti più esposti e vulnerabili, perchè il loro cervello è protetto da uno strato di cranio più sottile, che rende più permeabili nella materia grigia le radiazioni.
Gli effetti nocivi sono a lungo termine e solo dopo anni si verifica l’insorgenza di tumori.

lunedì 22 settembre 2008

Psicofarmaci ai bambini

Solo due righe per avvertire tutti i genitori delle atrocità che stanno succedendo riguardo ai bambini.

Premesso che qualsiasi tipo di psicofarmaco danneggia la salute e ai bambini non va dato, con il Metilfenidato stanno veramente superando ogni limite. Anni fa sono venuta a consocenza della somministrazione di questo farmaco a diversi bambini che conoscevo. Mi sono informata inserendo su Google le parole chiavi "pro e contro del ritalin": nella ricerca che ho fatto non ho trovato nessun pro!

Il metilfenidato è una droga! Fa parte delle anfetamine, è catalogato tra i farmaci che danno dipendenza.
Darlo ad un bambino significa quasi certamente votarlo ad una futura dipendenza da droghe. O sottoforma di dipendenza da psicofarmaci o da droghe (quelle di cui si ha sempre paura che il figlio utilizzi).

Se come genitori date una droga a vostro figlio, poi non rimanete male o non lamentatevi se da adolescente o in giovane età adulta incontrerà altre droghe e decide di "farsele" da solo e senza il vostro permesso.

In alcune scuole hanno già proposto una valutazione psicopatologica di tutti gli alunni con conseguente somministrazione del Ritalin (il metilfenidato) ai bambini più turbolenti (cioè quelli che l'insegnante non è capace di gestire. Per un problema dell'insegnante vostro figlio potrebbe essere drogato: non permettetelo! Ed è anche una questione di ricerca e speculativa: non permettetelo!).

Link utili per far fronte a questo abberrante farmaco/droga:
Cosa può fare un genitore
Per conoscere il Ritalin
Disinformazione-adhd
Narcolettici e bambini iperattivi: c'è chi dice no!
Deficit di attenzione e iperattività: un video

domenica 21 settembre 2008

In aumento la violenza in famiglia



La violenza in famiglia è in aumento, soprattutto in Italia.

Si tratta di uomini che menano letteralmente le mogli e i figli.

E' facile cadere in una spirale del genere senza accorgersene: un giono il marito dà uno schiaffo alla moglie, "capita"-si pensa-"stavamo litigando", magari la donna si da anche la colpa.

Poi, succede che arriva il secondo schiaffo, "capita. Certo è il secondo, però se io non avessi detto che...". Poi arriva il terzo e il quarto. E allora comincia lo smarrimento. Tutti i giorni. E allora diventa normalità.

Da questa normalità dello schiaffo giornaliero, si arriva al pugno ogni tanto. E la spirale ricominica, solo che oltre lo schiaffo ora arriva anche il pungo, poi sarà la volta dei calci e via dicendo. Il tutto sempre più velocemente.

Non è necessario che l'uomo colpisca anche i figli fisicamente, se già non lo fa, perché per un bambino assistere o anche solo sapere che la madre viene menata, procura le stesse conseguenze che se le botte le avesse prese in prima persona.

Fermare la spirale non è facile, ma si può fare e c'è chi aiuta ControViolenzaDonne.

Anche il fenomeno dello stalking è in aumento. Non è un comportamento violento, almeno all'inizio, così la donna è attenta. E invece pare che una consistente percentuale sfocia in omicidio.

La famiglia va preservata, le donne vanno preservate, i bambini vanno preservati. Se alcuni uomini non riescono ad assolvere a questo loro fondamentale compito, trasformandolo in qualcosa di diametralmente opposto, allora c'è bisogno di allontanarli e di farsi aiutare.

sabato 13 settembre 2008

L'abbraccio funziona meglio di una medicina


In alcuni casi il potere di un abbraccio e' molto piu' forte di qualsiasi farmaco al mondo: ci rilassa, allevia i dolori e ci fa stare subito meglio.
A rivelarlo e' stato un gruppo di scienziati svedesi in uno studio presentato a Liverpool in occasione del British Association's Festival of Science.
Dai risultati della ricerca e' emerso che quando la pelle viene riscaldata da un altro corpo tramite un abbraccio, il dolore diminuisce significativamente.
Questo potrebbe, ad esempio, spiegare perche' alcuni genitori coccolano istintivamente il proprio figlio dopo una brutta caduta.
Ma anche una mano sulla spalla puo' essere confortante nei momenti difficili.
I ricercatori hanno scoperto che la pelle contiene moltissime fibre nervose che vengono attivate quando siamo coccolati, abbracciati o anche solo toccati leggermente.
In pratica, nel momento in cui riceviamo una coccola sono trasmesse informazioni al centro emotivo del cervello che provocano sensazioni di piacere a tutto il corpo.
L'attivazione di queste 'fibre del piacere', chiamate anche 'C-fibre', bloccano il passaggio di altre che trasmettono i messaggi di dolore. Lo scienziato Francis McGlone, della 'Unilever' (una compagnia anglo-olandese proprietaria di molti tra i marchi piu' diffusi nel campo dell'alimentazione e dei prodotti per la bellezza), il cui team di ricercatori ha scoperto le 'C-fibre', ha confermato i risultati dello studio. Secondo McGlone, infatti, un abbraccio o una carezza sui capelli svolgono un ruolo molto importante nel farci sentire meglio. (AGI salute).
La ricerca conferma le già numerose ricerche sul tatto, sulle carezze, sui massaggi fatti ad adulti e a bambini. Preme però sottolineare la qualità della carezza, del massaggio o dell'abbraccio ricevuto.
Infatti, la carezza fatta dalla mano di una persona che ci ama, che ci vuole bene, che ci accetta per quello che siamo, trasmetterà molto più benessere di una carezza fatta per lavoro, per altro interesse o falsa.
Le carezze non buone mandano dei messaggi sbagliati, ambigui e che creano malessere invece che benessere. Esse mandano il loro messaggio negativo anche a livello inconscio.
Perciò attenzione, ci sono carezze a carezze.
Quelle buone, fanno bene alla salute del corpo e della mente!

lunedì 8 settembre 2008

La morte in culla


Gli studi su quella che qualche anno fa veniva chiamata "morte bianca", continuano, fino ad arrivare alla scoperta in cui si evidenzia che la morte in culla sia dovuta ad una produzione anomala di recettori della serotonia.

Si potrebbe dire, quindi, una malattia organica. Bisogna tener sempre presente però che lo studio è stato fatto su topi da laboratorio e che i livelli maggiori di questi recettori sono stati prodotti. Quindi non erano presenti nei topolini...

Scoprire la causa di un problema tremendo come questo è importante, soprattutto per il tipo di accorgimenti da avere verso il neonato. E proprio per questo consiglio di seguire le "vecchie" raccomandazioni anche se si dovesse trattare di una anomalia cerebrale (tra l'altro ancora tutta da verificare).

Alcuni fattori di prevenzione riguardano, ad esempio:

- la posizione in cui dorme il bambino, da preferire quella supina a quella prona. Si è visto infatti che sono molto più numerose le morti dei bambini che dormono poggiando in pancino sul materasso del lettino. Si è anche ipotizzato che in questa posizione il neonato, che non sa ancora girarsi bene, andando sotto il lenzuolino respiri la propria anidrite carbonica e soffochi.

- I bambini maschi sono più colpiti delle femminucce, quindi sono da controllare più spesso mentre dormono e monitorare il loro respiro anche da svegli.

- Un ambiente sano, senza fumo di sigaretta o tabacco, una stanza arieggiata, la temperatura dell'ambiente adeguata alle esigenze stagionali, sono raccomandabili se non indispensabili. Se abitate in grandi città il fattore smog non aiuta. Perciò non esitate, se ne avete la possibilità, a trasferirvi in cittadine più piccole ma con meno smog.

- Anche il comportamento della mamma in gravidanza è fondamentale. Si sono riscontrati infatti alte correlazioni tra le morti in culla e mamme che avevano trascurato una sana alimentazione durante la gravidanza, uso di eroina, alcool, tabacco, eccessivo uso di caffè.

- Purtroppo sembra esserci una correlazione alta anche con il livello economico, che più è basso e più si è a rischio. Ma questo può dipendere anche dal fatto che chi ha un livello economico basso, spesso non ha la possibilità di essere informato adeguatamente e, non sapendo quali sono i comportamenti a rischio non può nemmeno provare a evitarli.

- Altri fattori di rischio sono: il far dormire il neonato in posizione prona, il farlo dormire con i genitori, coperte, cuscino e materasso troppo morbidi, farlo dormire troppo coperto, il non usare il succhiotto nel primo anno di vita per farlo dormire.

- Sono stati incriminati anche i vaccini e il non allattamento materno, ma il mondo scientifico è fortemente in lotta su questi argomenti.

Questi gli accorgimenti principali. Vi lascio comunque due link dove potete trovare altre informazioni utili su questo argomento:


sabato 6 settembre 2008

Apparecchio per i denti e ciuccio


Sembra che in Italia (e non solo) portare l'apparecchio per i denti non sia più un problema per i ragazzini(da yahoo.com). Anzi, quasi lo è il contrario!

Non vorrei certo essere nei panni di quei genitori che devono affrontarne la spesa.

I motivi per cui un bambino debba mettere l'apparecchio sono davvero tanti, ma, con alcuni accorgimenti, si possono evitare quelle situazioni che portano quasi sicuramente al giorno in cui il figlio sarà contentissimo e le "tasche del genitore" un bel po' meno.

Ad esempio, sembra essere sempre più difficile per i genitori togliere il ciuccio all'età adeguata del bambino. Così, sempre più spesso si vedono bambini di tre-quattro anni (quindi con una dentizione quasi completa) con il ciuccio in bocca.

Il ciuccio è sicuramente un potente calmante, utile ai genitori soprattutto quando non riescono a gestire il loro bambino perché bisognoso di esigenze particolari.

Fino a non molto tempo fa, si pensava che si avesse il limite dei sei anni di età per togliere il ciuccio, cioè finché i denti da latte non avessero lasciato il posto ai denti definitivi. Se i dentini crescevano distanziati o storti si credeva non importante, perché poi avrebbero lasciato il posto a quelli permanenti. L'unica accortezza era quella di togliere il ciuccio intorno ai 5 anni di età.

Oggi però, è risaputo che l'uso del ciuccio e del biberon oltre i primi mesi di vita, sono una delle principali causa della crescita dei denti storti. Questo accade perché i dentini da latte in qualche modo "tracciano la strada" che poi percorranno i denti difinitivi. Addirittura alcuni dentisti affermano che il succhiarsi il pollice o la coperta possa portare a delle distorsione della normale crescita della faccia e dei denti.

In conclusione: prevenire è meglio che curare. Ed è, soprattutto, più economico. E' vero: pensare al futuro non è facile quando si vive il presente; risulta faticoso, noioso e poche persone riescono a sopportare lo stress di essere lungimiranti.

Anche se in questo momento la maggior parte dei bambini, a seconda delle età e delle mode, reputa "in" portare l'apparecchio, e, anche se i genitori dovessero avere le possibilità economiche per affrontare una spesa che si aggira tra i 2500 e i 4500, è importante scoraggiare comportamenti come il succhiare il ciuccio, la coperta, il pollice o bene dal biberon. Si possono evitare così situazioni ancor più faticose che non essere dolci ma fermi e decisi nel momento in cui si "decide di togliere il vizio", per i genitori; invece per i bambini si evitano "torture" inutili e una crescita sana dell'apparato fono-articolatorio.

giovedì 4 settembre 2008

Parto cesareo e legame madre-figlio

Non nascondo che "stare dietro" a tutte le notizie che arrivano, notizie come questa (dove si dichiara che se una donna subisce il parto cesareo non avrà un buon legame con suo figlio, o comunque non come quello delle mamme che partoriscono in modo naturale) e non scrivere nulla, è davvero difficile.


Come prima cosa vorrei sottolineare due elementi dell'articolo:
- lo studio è stato effettuato su un campione di 12 partorienti. 12. Un numero davvero rappresentativo della popolazione;
- non è stato specificato se le donne che hanno partorito tramite il cesareo, lo hanno "subito", scelto e, se scelto, per quale ragione.


Viviamo in una società difficile, carica di un'organizzazione, di un sistema che non offre scampo, e gli articoli pubblicati su ricerche fatte, scoperte che vengono spacciate per nuove e non lo sono, topi-cavia equiparati agli esseri umani e via dicendo, di certo non aiutano. In seguito ad una di queste "scoperte sensazionali", sembra che o sei "in" o sei "out" a seconda se aderisci o meno a ciò che la ricerca reputa positivo.


Il legame tra madre e figlio è un rapporto, un'emozione, un mondo, che si studia da anni. I migliori psicologi, psicoanalisti, psichiatri, neuropsichiatri, filosofi ecc. studiano cercando di carpire il segreto che c'è nell'alchimia di questo legame. E ancora non hanno finito di studiarlo.


Questi studi hanno evidenziato che ci sono diversi tipi di legame tra madre e figlio, e che un buon legame non è detto che si 'strutturi' fin dalla nascita.

Anzi, è possibile che dopo aver visto quello sgorbietto uscito dal proprio corpo, si pensi anche che sia brutto, magari è un capellone mai visto e la mamma se lo era immaginato pelato!
Ciò non significa che il legame tra questa madre e il suo bambino non sarà buono. Intervengono talmente tanti fattori che influenzano positivamente o negativamente il rapporto madre-figlio, che relegarlo solo al momento della nascita o rendere questo momento uno dei più importanti per stabilire che tipo di legame sarà, mi sembra alquanto riduttivo.


E l'ossitocina, o "ormone dell'amore, può essere prodotto in seguito anche al provare una emozione positiva, ad un abbraccio, ad un bacio, ad una carezza...al solo prendere in braccio quel piccolo fagotto appena nato, per non parlare del momento dell'allattamento!


Quindi, subire un cesareo, non implica un rapporto con il proprio bambino non buono o non "sufficientemente buono".

martedì 2 settembre 2008

Addio, magiche lucciole!


Erano notti magiche quando si andava a caccia di lucciole. Mi ricordo che ce ne erano tantissime! Trasmettevano veramente qualcosa di surreale: non dimenticherò mai quelle notti.

Si partiva tutti insieme, si catturavano e si mettevano in un barattolo. La mattina dopo si trasformavano magicamente in soldi spicci.

Era un gioco innocente: i genitori (non tutti, ma molti) appena noi bambini ci addormentavamo, liberavano le lucciole per scambiarle con i soldini.

Mi ricordo ancora l'emozione che provavo quando riuscivo a prenderne una e a tenerla in mano, cercando di capire quale fosse il suo segreto che le permetteva di luccicare.

I bambini di oggi e quelli di domani non godranno più di tanta magia. L'inquinemento le sta uccidendo (inoltre le lucciole si cibano di lumache, quindi pensate nei posti dove viene fatto largo uso di lumachicidi a causa di terreni coltivati, ormai sparsi ovunque) portando via con sè questo meraviglioso mondo fatto di natura, realtà e fantasia.

Una poesia per salutare la piccola lucciola:

brilla di notte e nessuno
sdrucciola,
di notte brilla con mille sorelle
e par che il cielo abbia perso
le stelle
che son cadute tutte sul prato
e tu cammini… in un cielo
stellato!


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