Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

sabato 27 dicembre 2008

Un regalo per papà


Pochi giorni prina di Natale, Luigina ebbe chiaro cosa regalare al suo papà. Così, prese una scatola di scarpe e comprò della carta da regalo per rivestirla. La scatola avrebbe contenuto il suo regalo.

La famiglia di Luigina era molto povera, e quando il papà vide che Luigina stava usando la carta da regalo per foderare una scatola di scarpe, si arrabbiò molto: "Ma come, usi tutta quella carta per foderare una scatola?!?" - tuonò con un grosso vocione - "Lo sai che non abbiamo soldi!".
Luigina, nonostante tutto, prese la scatola e la carta e continuò nella sua impresa.

Arrivò il giorno di Natale, e Luigina tutta orgogliosa diede la scatola al suo papà, cha alla sua vista fece una smorfia poco comprensibile, ma non certo molto contenta.
Il papà prese la scatola rivestita con una bellissima carta da regalo e la aprì. Cosa vide? Niente. La scatola era vuota.
Preso da una grande ira, gridò: "Luigina, hai sprecato tutta questa costosa carta da regalo per foderare una scatola di scarpe, e per di più è vuota!!!!"
Luigina rispose: "Ma papà, la scatola non è vuota, contiene 1000 baci per te!".

Da quel giorno, il papà di Luigina tenne la scatola rivestita sulla sua scrivania dell'ufficio, ed anche se i colleghi vedevano la scatola e pensavano che era vuota, lui sapeva che conteneva i 1000 baci che Luigina gli aveva regalato.

martedì 23 dicembre 2008

sabato 6 dicembre 2008

Accendi una candela per i bambini abusati



Accendete una candela per le vittime della pedofilia!

L'iniziativa parte dal blog di Massimiliano Frassi ed è gratuita.

Accendete una candela scrivendo il messaggio "Alle vittime della pedofilia" andando al sito di Accendi una candela

Dal blog di M. Frassi:

Dato che oggi è la giornata della marcia a favore di Pino la Monica, indagato per abusi su una decina di bambine e detenzione di “soli” 400 files pedopornografici misteriosamente apparsi nel suo computer, vi invito ad accendere (ed a divulgare ai vostri contatti e nei vostri blog questo appello) una candela per tutte le vittime della pedofilia. E anche per quelle altre vittime, quelle che si fanno plagiare da esseri - apparentemente -abilissimi. La nostra l’abbiamo intitolata VITT, se non la trovate accendetene altre qua, con la stessa dedica:alle vittime della pedofilia.

domenica 30 novembre 2008

Pubblicità che ingrassa i bambini

Alcuni tipi di pubblicità fanno in modo di attirare l'attenzione dei bambini verso alcuni cibi appetitosi: merendine, cioccolate, patatine, panini farciti...

In generale, lapubblicità è fatta in modo tale di convincere i consumatori a comprare e usufruire proprio di quel prodotto: far questo con i bambini è estremamente semplice. Tramite la pubblicità la vita del bambino è completmante condizionata: o mangia proprio quella merendina lì o spesso i genitori sono vittime di scenate e bizze mai viste.

Purtroppo, sembra che questo meccanismo concorre a far diventare obesi i bambini che già in tenera età soffrono di problemi cardiovascolari, diabete e tumori, derivata da una dieta sbagliata.

Occorre quindi stare più attenti ed essere un po' più fermi nell'opporsi alla pubblicità con dei sani "no" educativi. Inoltre, Altroconsumo viene in aiuto proponendo una petizione da firmare online contro le pubblicità che ingrassano.

venerdì 14 novembre 2008

Una mamma che ascolta

L'ascolto permette di comprendere l'altro e di sapere cosa fare per lui. Riconoscere quali sono le competenze dell'altro e incoraggiarlo ad esprimerne di nuove permette e facilita la crescita, la maturazione dell'identità, l'indipendenza.

Questo video ne offre un breve ma intenso esempio:

sabato 1 novembre 2008

Mamme e bimbi insieme nell'acqua


L’acquaticità, ovvero un iniziale contatto con il mondo acquatico, se praticata sin dai primi mesi di vita del bambino ne favorisce lo sviluppo psico-motorio e sensoriale unitamente all’apprendimento di schemi posturali adeguati e di un corretto controllo respiratorio.
Da non trascurare sono inoltre i risvolti psico-sociali, infatti l’esperienza ludica in acqua, quale elemento fondamentale per la vita, stimola la formazione di una solida relazione genitore-bambino incrementando autostima e fiducia nelle proprie potenzialità congiuntamente alla socializzazione con gli altri bambini.

Il neonato ritrova in acqua un ambiente a lui conosciuto e rassicurante, l’utero materno, che gli trasmette tranquillità e serenità: il movimento dolce dell’acqua lo massaggia, lo avvolge, lo culla.
Il genitore, guidato dal trainer del corso, aiuta il proprio bimbo a svolgere semplici esercizi e giochi finalizzati allo sviluppo di una maggior confidenza con l’elemento acqua; il bambino grazie al costante contatto con la figura parentale, che funge da punto di riferimento, acquista la sicurezza e la fiducia necessari per uno sviluppo ed una crescita armoniosi.

L’esperienza in acqua garantisce inoltre risvolti positivi anche per il genitore che acquisisce una miglior abilità nel maneggiare il proprio bimbo senza timore, riduce l’ansia e le preoccupazioni, consente il confronto e il dialogo costruttivo con altri genitori e soprattutto permette di dedicare del tempo esclusivo qualitativamente proficuo al proprio figlio.

Rispetto alla mia personale esperienza non posso fare altro che confermare pienamente quanto sopra descritto; da quando abbiamo iniziato il corso di acquaticità i cambiamenti e traguardi raggiunti dalla mia bimba di cinque mesi sono incrementati a vista d’occhio. Praticare il corso di acquaticità con la mia piccola, pelle a pelle, è un’esperienza unica e speciale, vedere i suoi occhioni dolci incrociarsi con i miei sott’acqua è indescrivibile… (Fonte).
Purtroppo non sempre è possibile seguire dei corsi di acquaticità dove sperimentare nuove sensazioni insieme al proprio bambino. A volte i corsi li fanno lontano da casa, raggiungere la piscina diventa un'impresa; oppure hanno un costo troppo elevato per poterseli permettere.
Un modo alternativo potrebbe essere quello di fare il bagnetto insieme, il contatto tramite la pelle diventa un modo per conoscersi e ri-conoscersi, in particolare subito dopo il parto. E' un momento che le mamme possono dedicare a loro stesse e al figlio, per costruire un nuovo legame; uno spazio intimo e dolce.

Scomparse due bambine abusate dal padre e dal nonno

AVVISO DI RICERCA PER FIONA ET MILLA

SCOMPARSA DI FIONA ANTONINI (9 ANS)
E DI MILLA ANTONINI (5 ANS)

LA LORO MAMMA, MAOLONI MARIA-PIA, CHE VIVE IN ITALIA NON HA PIU’ NOTIZIE DELLE SUE DUE BAMBINE DOPO IL
19 MAGGIO 2007 !

LE DUE SORELLINE SONO STATE PRELEVATE, SEQUESTRATE E VIOLENTATE DAL PADRE (ANTONINI ROCCO) E
DAL NONNO PATERNO (ANTONINI ROBERTO)

UNA ISTRUTTORIA PER VIOLENZA SU MINORI E’ STATA AVVIATA IN BELGIO ED ITALIA
CONTRO QUESTI DUE SOGGETTI.

MA LE BAMBINE RESTANO INTROVABILI !!!

Visiate il blog : http://salvarefionaemilla.blogspot.com
Pétizione per Fiona e Milla : http://www.petitiononline.com/mariapia/petition.html
Inscrivete a COSAFM, Comitato di Sostegno e di Azione per Fiona e Milla : http://cosafm.nipox.com/

Copiato e incollato dal blog di Massimiliano Frassi

domenica 26 ottobre 2008

L'uomo che svolazza (parte IV)


- Alcuni uomini "svolazzano". Non hanno più "i piedi sulla terra".
Tu svolazzi,
quando prendi i sogni per realtà, quando trascorri il tuo tempo a concepire dei progetti che non realizzerai mai, quando non riesci ad adattarti alle persone e alle cose, quando non ti accetti così come sei, non accetti gli altri, l'ambiente in cui vivi, il posto che occupi, gli avvenimenti che ti toccano...
Tu svolazzi quando, per paura della realtà, difetti di generosità, o, per soddisfazione orgogliosa, ti lasci trasportare dal sogno.
- Sognare la tua vita non è viverla.
Tu hai diritto di attaccarti ad un sogno solo per portarti in avanti, mai per allontanarti dalla realtà, mai per fuggire questa realtà.
- Per costruirsi bene e restare in piedi, devi ricordarti spesso i diversi piani dell'uomo e la loro gerarchia, poi osservati lealmente di fronte a questa persona, a questo atto, a questo atteggiamento...Cos'è che ti ha spinto a decidere così, ad agire o reagire in quest'altro modo? Se non sei stato tu a comandare, il fatto d'averlo constatato è già di per sé una vittoria del tuo spirito. Dimostra che non è più una vittima cieca, ma che si sta liberando e sta riprendendo il suo posto direttivo nella tua vita.
- Con i suoi soli mezzi l'uomo non può restare in piedi: il suo corpo è troppo pesante, la sua sensibilità troppo intraprendente. Ha bisogno di una forza che lo sollevi dall'alto, lo sostenga e lo trasformi nel suo intimo.
Se apri la tua anima a Dio, sarai forte della tua stessa forza, e la tua sensibilità ed il tuo corpo saranno in mano tua, poiché le tue mani saranno nelle sue.
Dal libro "Donare" di M. Quoist.

martedì 21 ottobre 2008

L'uomo che striscia (parte III)

- Altri uomini avanzano invece strisciando; è la sensibilità, in essi, che comanda.

La tua sensibilità è padrona in te quando un affetto diventa passione, e sfuggendo al controllo della ragione, ti fa "perdere la testa".

Se la sensibilità domina, paralizza anche lo spirito, lo trascina a rimorchio, non è più in grado di giudicare bene, di agire liberamente.

- Non sei forse diventato schiavo irrimediabilemente schiavo della tua sensibilità? Può darsi; ma, in te, non riesce a governare troppo spesso?

Tu giudichi che quella persona ha ragione, solo perché le vuoi bene in modo sensibile, mentre quell'altra ha torto perché tu "non la puoi soffrire".
Lavori con uno dei tuoi professori perché è simpatico, non fai nulla con l'altro perché "non riesci a digerirlo".
Ti dedichi, ti sacrifichi molto più per uno che non per l'altro, perché tu gli vuoi sensibilmente bene: tu lavori volentieri insieme a un tale perché per lui "andresti in capo al mondo", mentre con il suo amico non potresti mai collaborare.
Sei depresso, non sei più capace di far nulla, perché un rimprovero ti ha ferito, un sorriso ironico ti ha addolorato, una mano ti si è rifiutata.
Non hai più il coraggio di lottare perché i tuoi sforzi non vengono osservati, perché non ottieni alcuna "consolazione" (per la tua sensibilità affamata).
Oggi tu preghi perché sei "in forma", e tu sei in forma perché hai ricevuto una lettera piacevole, perché il tuo amico ha avuto nei tuoi riguardi un gesto delicato, perché sei stato commosso dallo spettacolo d'un grande dolore...
Ma domani non potrai più pregare perché sarai "a terra", e sarai "a terra" perché non sarai riuscito ad ottenere qualche risultato sensibile da tutti i tuoi sforzi, perché qualcuno non avrà creduto alla tua buona volontà oppure il tuo amico ti avrà ingannato o abbandonato...

Tu non sei in piedi, tu, schiavo, strisci!

- L'uomo in piedi è colui il cui spirito, completamente libero, comanda alla sensibilità e al corpo. Non disprezza nè l'uno nè l'altro, perché tutti e due sono belli, utili perché creati da Dio, ma li domina e li dirige. E' lui il capo; loro, sono soltanto i servitori.

- Hai diritto a lanciare in avanti la tua sensibilità od il vigore del tuo corpo; sono una forza, ma tu devi orientarla; sono le tue cavalcature, tu puoi inforcarle, ma conserva saldamente in pugno le redini; sono la tua vettura, puoi farti portare, ma devi impugnare bene il volante. Se i tuoi destrieri s'inalberano, se tu perdi il controllo del tuo veicolo, incorrerai certamente in un incidente.

Dal libro "Donare" di M. Quoist.

domenica 19 ottobre 2008

L'uomo che cammina sulla testa (parte II)



- Alcuni uomini caminano sulla testa. Non è questo il modo, l'uomo non è fatto per camminare così.

Tu cammini sulla testa allorché il fisico, il tuo corpo, vuole comandare, stando al di sopra. E' questa la sensualità sotto tutti i suoi aspetti.

Può anche trattarsi di una malattia che schiaccia, invece d'essere dominata e offerta.

- Se il tuo corpo decide, ordina, e se tu obbedisci, il suo peso schiaccierà in te tutto il resto. La tua sensibilità si affievolirà, il tuo spirito soffocherà e diventerà anemico.

- Il corpo, in te, non ha preso completamente e definitivamente le redini del potere? Forse, ma se però tu ti osservi lealmente, ti sorprenderai più d'una volta a camminare sulla testa:

  • questa golosità a cui non puoi resistere,
  • questo dolce, questo bicchiere di vino,
  • questa mollezza del tuo corpo che al mattino si rifiuta d'alzarsi, o scarta ogni sforzo,
  • questa sensazione ricercata e assaporata senz'altro scopo che la tua soddisfazione
  • questo piacere sensuale desiderato come fine a se stesso.

Orsù, in piedi, sii uomo!

(Dal libro "Donare" di M. Quoist)

sabato 4 ottobre 2008

L'uomo in piedi (parte prima)

Psicologicamente, pochi sono gli uomini "costruiti" normalmente.
Pochi uomini hanno riodinato e messo in ordine i differenti piani del loro essere.
Pochi uomini sono perfettamente equilibrati, oppure non sono stati aiutati a costruirsi (educazione).
Oppure non si sono mai costruiti da soli (sforzi dell'adolescente e dell'uomo adulto).
Oppure si sono rovinati, gli altri, le cose, le strutture esterne, la vita li ha rovinati.
Pochi uomini meritano realmente il nome di uomo.


L'uomo costruito bene è a tre piani:
al terzo, lo spirituale,
al secondo, il sensibile,
al primo, il fisico.
(Se noi parliamo di "piani" nell'uomo, è per distinguere il rispettivo valore degli elementi che lo compongono: ma non dimentichiamo che l'uomo è uno, e che impegna tutto il suo essere in ogni suo atto).
I tre "piani" sono uniti, comunicano fra loro, hanno influenza uno sull'altro, ma la loro gerarchia dev'essere rispettata: il fisico è al pian terreno; è il meno nobile - mentre lo spirituale è in alto, è il più bello.
Se l'ordine dei valori non è rispettato, la costruzione è malfatta, e l'uomo è rovinato.
(Fonte: Donare, il diario di Anna Maria di M. Quoist)

giovedì 2 ottobre 2008

Cari nonni...

Tanti auguri a tutti i nonni del Mondo,
a quelli in Terra e a quelli in Cielo,
a quelli buoni e a quelli meno buoni,
a quelli sani e a quelli malati,
a quelli simpatici e a quelli non simpatici.
Tanti tanti auguri ai miei nonni,
che porterò sempre nel mio cuore.
Cari nonni, vi voglio bene!
(nipote)

martedì 30 settembre 2008

Faccio fare a mia figlia il vaccino contro il PapillomaVirus?



Non è semplice per un genitore scegliere di far fare il vaccino contro il Papillomavirus (HPV) alla propria figlia.
Decisione ardua, su cui vale la pena soffermarsi un bel po'.

Il Papillomavirus o HPV sono dei virus che infettano causando della malattie della pelle e delle mucose. Un esempio possono essere le verruche cutanee.
Purtroppo, alcuni tipi di HPV possono causare tumori benigni, come il condiloma (tipi di verruche che colpiscono le zone genitali sia maschili che femminili), o anche maligni, come il cancro del collo dell'utero e del pene.

La trasmissione avviene per via sessuale, e il profilattico non protegge. E' stato dimostrato che il rischio di contrarre il virus HPV aumenta esponenzialmente con l'aumento dei partner sessuali. Tali ricerche sono, inoltre, avvalorate dal fatto che il papillomavirus è stato trovato in gran numero tra membri di popolazioni promiscue e in precario stato di igiene. (notizie prese da Wikipedia)

(Vorrei fare qui una considderazione allontanandomi un pochino dallo scopo del post. Vorrei sottolineare, e me ne domando il motivo, il fatto che vengono riportate dai vari articoli su internet solo statistiche riguardo al papillomavirus contrato dal genere femminile. Eppure, è una malattia che contrae anche l'uomo? Come mai non vengono riportate le stime e le statistiche anche del genere maschile?)

Visto che una sana educazione alla sessualità pare impossibile (scusate il tono polemico), ecco arrivare un vaccino che risolve tutti i problemi: il Gardasil.
Tale vaccino dovrebbe prevenire l'infezione da HPV e quindi la formazione di neoplasie tumorali nel collo dell'utero. Gardasil il vaccino può essere iniettato nelle bambine a partire dai 9 anni di età fino a ragazze di 26 annni.

Ma, come funziona un vaccino? Un vaccino, non solo questo ma tutti i vaccini, contiene al suo interno il virus dal quale dovrebbe difendere. Mi spiego meglio, il vaccino del morbillo contiene il virus del morbillo; non proprio il virus "potente" ma una sua copia più "innocua" (dicono gli esperti) in modo tale che il corpo umano sappia reagire e sconfiggere questo virus-innocuo del morbillo. La conseguenza, sempre secondo esperti, è che il nostro corpo in seguito alla lotta con il virus-innocuo si è creato degli anticorpi che sapranno difendere il corpo se si dovesse incontrare il virus-vero del morbillo. Purtroppo non è così per tutti. Alcune persone hanno un corpo più "debole" che non sopporta tali vaccini e soccombe con la comparsa di gravi effetti collaterali. Purtroppo le persone a cui questo capita (per lo più bambini) sono in minoranza rispetto a chi invece riesce a contrastare il vaccino. In molti studiosi, ricercatori e medici c'è perciò la mentalità per cui "c'è sempre qualcuno che si deve sacrificare per il bene dell'umanità". (!!!)

Quindi, all'interno del Gardasil c'è un "piccolo" HPV, anzi tanti "piccoli" HPV (tanti perché l'HPV ha tante specie) che verrebbero iniettati nel corpo di una bimba di 9 anni o di una ragazza di 15 o 26 anni per proteggerle quando incontreranno i veri-virus-HPV.

Ci sono diverse considerazioni/perplessità che vorrei fare in merito:
- il vaccino è stato sicuramente testato su animali e le conseguenze, sia positive che negative, sono state viste su questi...topi, credo. Le conseguenze positive, benvengano: al massimo sugli umani (parliamo di bambine di 9 anni) non fa effetto; ma le consegue negative?
- il vaccino è in circolo da pochi mesi e già ci sono state delle segnalazioni di gravi conseguenze, come morte e la sindrome di GBS (una rara malattia neurologica che causa debolezza muscolare);
- tra gi effetti collaterali "lievi", mal di testa, nausa, febbre, c'è anche il pericolo di svenire. Lo svenimento non lo metterei tra gli effetti collaterali lievi, e non perché si può cadere procurandosi lesioni da caduta, ma perché lo svinemento è un sintomo importante. E' il modo in cui il corpo dà un black out, che ci sta dicendo che lo stiamo sovvraccaricando. E' una improvvisa mancanza di sangue al cervello, di conseguenza è interessato anche il cuore.
- c'è il sospetto, che non è accertato dalla medicina ufficiale, che molti vaccini esprimano gli effetti collaterali lontano dal giono in cui è avvenuta la vaccinazione. Chi mai potrà assicurare su questo?

Ed ho anche un'altra perplessità, che riguarda il messaggio inconscio che viene dato alle bambine e alle ragazze le cui mamme o i cui papà le portano a vaccinarsi contro questo virus. L'HPV è una malattia che si contrae nei rapporti sessuali non sicuri; portare una bambina a vaccinarsi contro questa malattia sarebbe come dirgli "figlia mia, ora puoi fare sesso con chi vuoi, sei protetta".

Ai genitori rimane la difficile scelta se vaccinare o meno le figlie contro il Papillomavirus.
Ognuno farà la scelta migliore per la propria figlia, l'importante è parlare ed esprimere ogni dubbio a se stessi e, poi, parlarne con il proprio pediatra o medico di famiglia.
Avere dei dubbi e delle perplessità non significa essere "contro" a priori, ma è invece indice di cercare di fare la scelta migliore possibile. Decisioni del genere vanno prese in modo ponderato, senza farsi prendere dall'ansia derivante spesso dalla "pubblicità" (negativa o positiva) fatta intorno al vaccino. Farsi delle domande e cercare delle risposte, significa compiere delle scelte consapevoli. Scelta, che in questo caso, viene fatta per una persona altra (cioè il genitore la fa non per se stesso ma per la figlia), almeno fino al compimento della maggiore età.

(Post ispirato da FDA)

lunedì 29 settembre 2008

Bee Movie, un punto di vista


Bee Movie è un film di animazione in 3d (tre dimensioni) prodotto dalla DreamWorks Animation e diretto dalla regia di S. Hickner e S.J. Smith.

La storia del film è incentrata sull'apetta Barry Benson che, una volta laureato, è chiamato a decidere del suo lavoro. Il lavoro che dovrà portare avanti per tutta la vita all'interno dell'alveare, senza possibilità di cambiare e senza aver prima visto "il mondo là fuori".

Il lavoro che Barry dovrà scegliere, fa parte della catena di montaggio di un alveare per la produzione del miele. Il piccolo contributo che Barry darà con il suo lavoro, sarà un contributo che manterrà in vita tutta la comunità di api.

L'apetta, non ci sta: non ha voglia di scegliere un lavoro che dovrà portare avanti per tutta la vita. Decide quindi di fare come i "fuchi fichi" che vanno fuori dall'alveare a raccogliere il miele dai fiori. Si unisce a loro ed esce dall'alveare.

Incontra così il mondo degli umani. Umani che sfruttano le sue colleghe apette per guadagnare alle loro spalle grazie alla vendita del miele da loro prodotto. Gli uomini sfruttano le api, intossicandole per recuperare il miele e senza nemmeno un briciolo di riconoscimento per il lavoro che le api fanno, e che fanno per tutta la vita, sacrificandola.

La reazione di Barry è giustamente la rabbia. Si arrabbia e fa in modo di liberare le sue colleghe api, che si sentono talmente libere che non lavorano più, tanto, da mangiare c'è il miele che è stato prodotto per gli umani: non c'è più bisogno di lavorare. Ma, si sa, che se le api smettono di lavorare (per qualsiasi motivo) l'impollinazione non avviene e le piante muoiono. Se le piante muoiono allora muoiono anche gli umani.

Nel film, a questo punto sembra che la "colpa" del fatto che le api non producono più il miele è di Barry. Si sentono frasi del tipo: "che importa se gli umani mangiano il nostro miele", oppure "cosa c'è di male se le api fanno lo stesso lavoro per tutta la vita".

Vorrei riflettere sul messaggio ambiguo di queste due frasi, pronunciate dai protagonisti del film, e sul motivo per cui il mondo muore a causa della non impollinazione delle api. Vorrei rifletterci perché nel guardare il film i bambini si immedesimano nei protagonisti, imparano come comportarsi. I film creano "cultura", "pensiero" e "stili di vita".

- "Che importa se gli umani mangiano il nostro miele". Certo che non importa, anzi, ci fa bene mangiare il miele. Il problema rimane lo sfruttamento che gli umani fanno delle api (rispetto a questo film, degli animali in generale) per i propri scopi (scopi che non sono sempre a favore della salute, ma delle "tasche gonfie"). L'apetta Barry non era arrabbiata perché gli umani mangiavano il miele, ma perché sfruttavano senza ringraziare, senza trattare bene, ma schiavizzando. Messaggi come questo, incastrano, immobilizzano: è come dire che la battaglia di Barry per "il bene comune" non interessa alla comunità, anzi non è neanche riconosciuta. Che c'entra il fatto che le api si sono sentite talmente libere che hanno smesso di impollinare con la battaglia portata avanti da Barry contro lo sfruttamento? Sarebbe quasi come dire: non liberiamo i bambini schiavi del lavoro che poi senza le "scarpe" cucite da loro "muoriamo". O frasi di altro genere.

- "Cosa c'è di male se le api fanno lo stesso lavoro per tutta la vita". Altra frase che incastra. Riferita all'economia italiana sarebbe come dire "non cambiate lavoro, sapete fare solo quello, non cercate di emergere perché non ce la potete fare". Una frase che distrugge non solo il lavoro compiuto per migliorare la propria condizione, ma anche quello che uno già fa, perché lo mortifica. Il cambiamento va sempre incentivato: se non ci si offre la possibilità di cambiare, se non si crede nel cambiamento, allora si rimarrà fermi, immobili e sottomessi.

- Nel film, il mondo vegetale muore a causa di un comportamento delle api. Le conseguenze sono disastrose e corrispondono al vero: se le api non fanno il loro lavoro, i fiori muoiono, gli alberi muoiono, la natura tutta muore. Ma nella realtà, questo non dipende dalle api, ma da un nostro comportamento scorretto nei loro confronti: oltre a sfruttarle per il miele che producono, le stiamo uccidendo con i pesticidi. In questo post, trovate le informazioni a riguardo. Nel notro piccolo, cosa possiamo fare per salvare le api? Non spruzziamo insetticidi sulle piante del nostro balcone!!!

sabato 27 settembre 2008

Troppo rumore fa male ai bambini


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità almeno il 2% degli europei soffrirebbe di gravi forme di insonnia e il 15% di rilevanti alterazioni psicologiche, fra cui stress e irritabilità, a causa dell'inquinamento acustico.

Ma i dati più preoccupanti relativi ai danni procurati dall'eccessivo rumore riguardano i bambini.

In Europa almeno 45mila bambini, residenti in zone particolarmente rumorose e trafficate (Roma è una di queste!!)maniferstano una maggior difficoltà di apprendimento ed evidenziano un ritardo di almeno tre mesi nel raggiungimento di determinati obiettivi di crescita rispetto ai bambini che vivono in zone più tranquille.

Addirittura l'esposizione dei bambini al rumore del traffico aereo può pregiudicare il loro sviluppo cognitivo.

Non esistono quasi più posti dove gli unici rumori che si sentono sono quelli della natura: macchine, aerei, strumenti musicali, allarmi, treni, navi, televisori, telefonini, radio.... Anche di notte, per chi vive in città, il rumore non si placa.

Questo procura un grande stress fisico ed emotivo anche se sembra che ci si è abituati al rumore, anche se appare come un sottofondo, anche se ci sembra di non sentirlo.

Tutto questo rumore ci sta facendo perdere il contatto con noi stessi e con la natura.

I bambini e gli anziani sono le persone che ne soffrono di più, cerchiamo di difenderli almeno rendendo l'ambiente delle case dove vivono più silenzioso possibile.


(Ispirata dal libro "I doni del silenzio di S. Molinari)

martedì 23 settembre 2008

I cellulari ai piccoli? Meglio di no!


Se dieci anni fa ci avessero detto che nelle classi elementari ogni bambino avrebbe avuto sotto il banco un telefono cellulare personale, avremmo certamente riso di una simile eventualità, considerandola pressocchè irrealizzabile.
Oggi sembra invece naturale disporre di un telefonino già dalla prima infanzia.
Nell’adolescenza, poi, è considerato assolutamente indispensabile per la vita sociale e per stare al passo con i tempi.

Gli esperti si interrogano da tempo sugli effetti che ha l’uso dei dispositivi cellulari sulla salute e in particolare sulla relazione tra telefoni mobili e cancro.
Finora non era stata accertata scientificamente nessuna delle presunte e allarmanti connessioni postulate da alcuni scienziati.
Tuttavia, recenti ricerche mettono in guardia dal rischio tumore al cervello per i giovanissimi che fanno uso del telefono portatile.
Secondo uno studio effettuato da ricercatori svedesi coordinati dal professor Lennart Hardell, dell’università di Orebro, le radiazioni dei cellulari sarebbero infatti pericolose e aumenterebbero il rischio di insorgenza di tumori al cervello.In futuro potrebbe esserci una vera e propria epidemia di forme di cancro provocate dall’esposizione alle radiazioni dei cellulari.
In particolare, le forme cancerogene legate all’impiego del telefonino in tenera età sono il glioma e il neuroma acustico.
Tra questi, il neuroma è di tipo benigno, ma porta spesso i soggetti che ne sono colpiti alla perdita completa dell’udito.
Malgrado l’esposizione alle radiazioni sia nociva in ogni fascia d’età, i bambini, secondo gli autori della ricerca, sarebbero i soggetti più esposti e vulnerabili, perchè il loro cervello è protetto da uno strato di cranio più sottile, che rende più permeabili nella materia grigia le radiazioni.
Gli effetti nocivi sono a lungo termine e solo dopo anni si verifica l’insorgenza di tumori.

lunedì 22 settembre 2008

Psicofarmaci ai bambini

Solo due righe per avvertire tutti i genitori delle atrocità che stanno succedendo riguardo ai bambini.

Premesso che qualsiasi tipo di psicofarmaco danneggia la salute e ai bambini non va dato, con il Metilfenidato stanno veramente superando ogni limite. Anni fa sono venuta a consocenza della somministrazione di questo farmaco a diversi bambini che conoscevo. Mi sono informata inserendo su Google le parole chiavi "pro e contro del ritalin": nella ricerca che ho fatto non ho trovato nessun pro!

Il metilfenidato è una droga! Fa parte delle anfetamine, è catalogato tra i farmaci che danno dipendenza.
Darlo ad un bambino significa quasi certamente votarlo ad una futura dipendenza da droghe. O sottoforma di dipendenza da psicofarmaci o da droghe (quelle di cui si ha sempre paura che il figlio utilizzi).

Se come genitori date una droga a vostro figlio, poi non rimanete male o non lamentatevi se da adolescente o in giovane età adulta incontrerà altre droghe e decide di "farsele" da solo e senza il vostro permesso.

In alcune scuole hanno già proposto una valutazione psicopatologica di tutti gli alunni con conseguente somministrazione del Ritalin (il metilfenidato) ai bambini più turbolenti (cioè quelli che l'insegnante non è capace di gestire. Per un problema dell'insegnante vostro figlio potrebbe essere drogato: non permettetelo! Ed è anche una questione di ricerca e speculativa: non permettetelo!).

Link utili per far fronte a questo abberrante farmaco/droga:
Cosa può fare un genitore
Per conoscere il Ritalin
Disinformazione-adhd
Narcolettici e bambini iperattivi: c'è chi dice no!
Deficit di attenzione e iperattività: un video

domenica 21 settembre 2008

In aumento la violenza in famiglia



La violenza in famiglia è in aumento, soprattutto in Italia.

Si tratta di uomini che menano letteralmente le mogli e i figli.

E' facile cadere in una spirale del genere senza accorgersene: un giono il marito dà uno schiaffo alla moglie, "capita"-si pensa-"stavamo litigando", magari la donna si da anche la colpa.

Poi, succede che arriva il secondo schiaffo, "capita. Certo è il secondo, però se io non avessi detto che...". Poi arriva il terzo e il quarto. E allora comincia lo smarrimento. Tutti i giorni. E allora diventa normalità.

Da questa normalità dello schiaffo giornaliero, si arriva al pugno ogni tanto. E la spirale ricominica, solo che oltre lo schiaffo ora arriva anche il pungo, poi sarà la volta dei calci e via dicendo. Il tutto sempre più velocemente.

Non è necessario che l'uomo colpisca anche i figli fisicamente, se già non lo fa, perché per un bambino assistere o anche solo sapere che la madre viene menata, procura le stesse conseguenze che se le botte le avesse prese in prima persona.

Fermare la spirale non è facile, ma si può fare e c'è chi aiuta ControViolenzaDonne.

Anche il fenomeno dello stalking è in aumento. Non è un comportamento violento, almeno all'inizio, così la donna è attenta. E invece pare che una consistente percentuale sfocia in omicidio.

La famiglia va preservata, le donne vanno preservate, i bambini vanno preservati. Se alcuni uomini non riescono ad assolvere a questo loro fondamentale compito, trasformandolo in qualcosa di diametralmente opposto, allora c'è bisogno di allontanarli e di farsi aiutare.

sabato 13 settembre 2008

L'abbraccio funziona meglio di una medicina


In alcuni casi il potere di un abbraccio e' molto piu' forte di qualsiasi farmaco al mondo: ci rilassa, allevia i dolori e ci fa stare subito meglio.
A rivelarlo e' stato un gruppo di scienziati svedesi in uno studio presentato a Liverpool in occasione del British Association's Festival of Science.
Dai risultati della ricerca e' emerso che quando la pelle viene riscaldata da un altro corpo tramite un abbraccio, il dolore diminuisce significativamente.
Questo potrebbe, ad esempio, spiegare perche' alcuni genitori coccolano istintivamente il proprio figlio dopo una brutta caduta.
Ma anche una mano sulla spalla puo' essere confortante nei momenti difficili.
I ricercatori hanno scoperto che la pelle contiene moltissime fibre nervose che vengono attivate quando siamo coccolati, abbracciati o anche solo toccati leggermente.
In pratica, nel momento in cui riceviamo una coccola sono trasmesse informazioni al centro emotivo del cervello che provocano sensazioni di piacere a tutto il corpo.
L'attivazione di queste 'fibre del piacere', chiamate anche 'C-fibre', bloccano il passaggio di altre che trasmettono i messaggi di dolore. Lo scienziato Francis McGlone, della 'Unilever' (una compagnia anglo-olandese proprietaria di molti tra i marchi piu' diffusi nel campo dell'alimentazione e dei prodotti per la bellezza), il cui team di ricercatori ha scoperto le 'C-fibre', ha confermato i risultati dello studio. Secondo McGlone, infatti, un abbraccio o una carezza sui capelli svolgono un ruolo molto importante nel farci sentire meglio. (AGI salute).
La ricerca conferma le già numerose ricerche sul tatto, sulle carezze, sui massaggi fatti ad adulti e a bambini. Preme però sottolineare la qualità della carezza, del massaggio o dell'abbraccio ricevuto.
Infatti, la carezza fatta dalla mano di una persona che ci ama, che ci vuole bene, che ci accetta per quello che siamo, trasmetterà molto più benessere di una carezza fatta per lavoro, per altro interesse o falsa.
Le carezze non buone mandano dei messaggi sbagliati, ambigui e che creano malessere invece che benessere. Esse mandano il loro messaggio negativo anche a livello inconscio.
Perciò attenzione, ci sono carezze a carezze.
Quelle buone, fanno bene alla salute del corpo e della mente!

lunedì 8 settembre 2008

La morte in culla


Gli studi su quella che qualche anno fa veniva chiamata "morte bianca", continuano, fino ad arrivare alla scoperta in cui si evidenzia che la morte in culla sia dovuta ad una produzione anomala di recettori della serotonia.

Si potrebbe dire, quindi, una malattia organica. Bisogna tener sempre presente però che lo studio è stato fatto su topi da laboratorio e che i livelli maggiori di questi recettori sono stati prodotti. Quindi non erano presenti nei topolini...

Scoprire la causa di un problema tremendo come questo è importante, soprattutto per il tipo di accorgimenti da avere verso il neonato. E proprio per questo consiglio di seguire le "vecchie" raccomandazioni anche se si dovesse trattare di una anomalia cerebrale (tra l'altro ancora tutta da verificare).

Alcuni fattori di prevenzione riguardano, ad esempio:

- la posizione in cui dorme il bambino, da preferire quella supina a quella prona. Si è visto infatti che sono molto più numerose le morti dei bambini che dormono poggiando in pancino sul materasso del lettino. Si è anche ipotizzato che in questa posizione il neonato, che non sa ancora girarsi bene, andando sotto il lenzuolino respiri la propria anidrite carbonica e soffochi.

- I bambini maschi sono più colpiti delle femminucce, quindi sono da controllare più spesso mentre dormono e monitorare il loro respiro anche da svegli.

- Un ambiente sano, senza fumo di sigaretta o tabacco, una stanza arieggiata, la temperatura dell'ambiente adeguata alle esigenze stagionali, sono raccomandabili se non indispensabili. Se abitate in grandi città il fattore smog non aiuta. Perciò non esitate, se ne avete la possibilità, a trasferirvi in cittadine più piccole ma con meno smog.

- Anche il comportamento della mamma in gravidanza è fondamentale. Si sono riscontrati infatti alte correlazioni tra le morti in culla e mamme che avevano trascurato una sana alimentazione durante la gravidanza, uso di eroina, alcool, tabacco, eccessivo uso di caffè.

- Purtroppo sembra esserci una correlazione alta anche con il livello economico, che più è basso e più si è a rischio. Ma questo può dipendere anche dal fatto che chi ha un livello economico basso, spesso non ha la possibilità di essere informato adeguatamente e, non sapendo quali sono i comportamenti a rischio non può nemmeno provare a evitarli.

- Altri fattori di rischio sono: il far dormire il neonato in posizione prona, il farlo dormire con i genitori, coperte, cuscino e materasso troppo morbidi, farlo dormire troppo coperto, il non usare il succhiotto nel primo anno di vita per farlo dormire.

- Sono stati incriminati anche i vaccini e il non allattamento materno, ma il mondo scientifico è fortemente in lotta su questi argomenti.

Questi gli accorgimenti principali. Vi lascio comunque due link dove potete trovare altre informazioni utili su questo argomento:


sabato 6 settembre 2008

Apparecchio per i denti e ciuccio


Sembra che in Italia (e non solo) portare l'apparecchio per i denti non sia più un problema per i ragazzini(da yahoo.com). Anzi, quasi lo è il contrario!

Non vorrei certo essere nei panni di quei genitori che devono affrontarne la spesa.

I motivi per cui un bambino debba mettere l'apparecchio sono davvero tanti, ma, con alcuni accorgimenti, si possono evitare quelle situazioni che portano quasi sicuramente al giorno in cui il figlio sarà contentissimo e le "tasche del genitore" un bel po' meno.

Ad esempio, sembra essere sempre più difficile per i genitori togliere il ciuccio all'età adeguata del bambino. Così, sempre più spesso si vedono bambini di tre-quattro anni (quindi con una dentizione quasi completa) con il ciuccio in bocca.

Il ciuccio è sicuramente un potente calmante, utile ai genitori soprattutto quando non riescono a gestire il loro bambino perché bisognoso di esigenze particolari.

Fino a non molto tempo fa, si pensava che si avesse il limite dei sei anni di età per togliere il ciuccio, cioè finché i denti da latte non avessero lasciato il posto ai denti definitivi. Se i dentini crescevano distanziati o storti si credeva non importante, perché poi avrebbero lasciato il posto a quelli permanenti. L'unica accortezza era quella di togliere il ciuccio intorno ai 5 anni di età.

Oggi però, è risaputo che l'uso del ciuccio e del biberon oltre i primi mesi di vita, sono una delle principali causa della crescita dei denti storti. Questo accade perché i dentini da latte in qualche modo "tracciano la strada" che poi percorranno i denti difinitivi. Addirittura alcuni dentisti affermano che il succhiarsi il pollice o la coperta possa portare a delle distorsione della normale crescita della faccia e dei denti.

In conclusione: prevenire è meglio che curare. Ed è, soprattutto, più economico. E' vero: pensare al futuro non è facile quando si vive il presente; risulta faticoso, noioso e poche persone riescono a sopportare lo stress di essere lungimiranti.

Anche se in questo momento la maggior parte dei bambini, a seconda delle età e delle mode, reputa "in" portare l'apparecchio, e, anche se i genitori dovessero avere le possibilità economiche per affrontare una spesa che si aggira tra i 2500 e i 4500, è importante scoraggiare comportamenti come il succhiare il ciuccio, la coperta, il pollice o bene dal biberon. Si possono evitare così situazioni ancor più faticose che non essere dolci ma fermi e decisi nel momento in cui si "decide di togliere il vizio", per i genitori; invece per i bambini si evitano "torture" inutili e una crescita sana dell'apparato fono-articolatorio.

giovedì 4 settembre 2008

Parto cesareo e legame madre-figlio

Non nascondo che "stare dietro" a tutte le notizie che arrivano, notizie come questa (dove si dichiara che se una donna subisce il parto cesareo non avrà un buon legame con suo figlio, o comunque non come quello delle mamme che partoriscono in modo naturale) e non scrivere nulla, è davvero difficile.


Come prima cosa vorrei sottolineare due elementi dell'articolo:
- lo studio è stato effettuato su un campione di 12 partorienti. 12. Un numero davvero rappresentativo della popolazione;
- non è stato specificato se le donne che hanno partorito tramite il cesareo, lo hanno "subito", scelto e, se scelto, per quale ragione.


Viviamo in una società difficile, carica di un'organizzazione, di un sistema che non offre scampo, e gli articoli pubblicati su ricerche fatte, scoperte che vengono spacciate per nuove e non lo sono, topi-cavia equiparati agli esseri umani e via dicendo, di certo non aiutano. In seguito ad una di queste "scoperte sensazionali", sembra che o sei "in" o sei "out" a seconda se aderisci o meno a ciò che la ricerca reputa positivo.


Il legame tra madre e figlio è un rapporto, un'emozione, un mondo, che si studia da anni. I migliori psicologi, psicoanalisti, psichiatri, neuropsichiatri, filosofi ecc. studiano cercando di carpire il segreto che c'è nell'alchimia di questo legame. E ancora non hanno finito di studiarlo.


Questi studi hanno evidenziato che ci sono diversi tipi di legame tra madre e figlio, e che un buon legame non è detto che si 'strutturi' fin dalla nascita.

Anzi, è possibile che dopo aver visto quello sgorbietto uscito dal proprio corpo, si pensi anche che sia brutto, magari è un capellone mai visto e la mamma se lo era immaginato pelato!
Ciò non significa che il legame tra questa madre e il suo bambino non sarà buono. Intervengono talmente tanti fattori che influenzano positivamente o negativamente il rapporto madre-figlio, che relegarlo solo al momento della nascita o rendere questo momento uno dei più importanti per stabilire che tipo di legame sarà, mi sembra alquanto riduttivo.


E l'ossitocina, o "ormone dell'amore, può essere prodotto in seguito anche al provare una emozione positiva, ad un abbraccio, ad un bacio, ad una carezza...al solo prendere in braccio quel piccolo fagotto appena nato, per non parlare del momento dell'allattamento!


Quindi, subire un cesareo, non implica un rapporto con il proprio bambino non buono o non "sufficientemente buono".

martedì 2 settembre 2008

Addio, magiche lucciole!


Erano notti magiche quando si andava a caccia di lucciole. Mi ricordo che ce ne erano tantissime! Trasmettevano veramente qualcosa di surreale: non dimenticherò mai quelle notti.

Si partiva tutti insieme, si catturavano e si mettevano in un barattolo. La mattina dopo si trasformavano magicamente in soldi spicci.

Era un gioco innocente: i genitori (non tutti, ma molti) appena noi bambini ci addormentavamo, liberavano le lucciole per scambiarle con i soldini.

Mi ricordo ancora l'emozione che provavo quando riuscivo a prenderne una e a tenerla in mano, cercando di capire quale fosse il suo segreto che le permetteva di luccicare.

I bambini di oggi e quelli di domani non godranno più di tanta magia. L'inquinemento le sta uccidendo (inoltre le lucciole si cibano di lumache, quindi pensate nei posti dove viene fatto largo uso di lumachicidi a causa di terreni coltivati, ormai sparsi ovunque) portando via con sè questo meraviglioso mondo fatto di natura, realtà e fantasia.

Una poesia per salutare la piccola lucciola:

brilla di notte e nessuno
sdrucciola,
di notte brilla con mille sorelle
e par che il cielo abbia perso
le stelle
che son cadute tutte sul prato
e tu cammini… in un cielo
stellato!


venerdì 29 agosto 2008

Banner contro la pedofilia

Inserisco anche in questo blog dei banner contro la pedofilia. Spero vi piacciano. Per prelevarli basta copiare e incollare il codice html nella finestrina.






giovedì 28 agosto 2008

Vaccini: morti neonati cavia

E' una bruttissima notizia, molto forte, tremenda.

Pubblicandola non è mia intenzione spaventare ma mettere all'erta: sempre più spesso i vaccini sono incriminati dell'insorgenza di diverse patologie.
E' inoltre ignobile sperimentare direttamente su esseri umani che non hanno la facoltà di poter scegliere delle loro vite: sono stati trattati peggio degli animali.

Dal sito La Stampa:

CHOC IN ARGENTINA: Dodici morti durante la sperimentazione del vaccino.

Dodici bambini di pochi mesi morti mentre erano sottoposti alla sperimentazione di un vaccino.
Una storia che ha luogo in una delle zone più povere dell'Argentina, ancora segnata dalle conseguenze della crisi economica di cinque anni fa.

La casa farmaceutica in questione è la multinazionale GlaxoSmithKline (Gsk), che agli inizi del 2007 ha cominciato la somministrazione di quindicimila vaccini contro lo pneumococco - un batterio che può causare malattie respiratorie, meningite e otiti - ad altrettanti bimbi minori di un anno in tre regioni del nord argentino, Mendoza, San Juan e Santiago dell'Estero.
Le autorità sanitarie argentine hanno avviato un’indagine e sospeso la sperimentazione.
Secondo gli autori della denuncia resa pubblica in questi giorni i genitori, di origini umili, firmavano senza sapere che si trattava di una sperimentazione in fase tre, direttamente su umani, di un farmaco che poteva comportare dei rischi.

Secondo la federazione dei medici argentini, che accompagna i familiari delle vittime, almeno 12 bambini sono morti per complicazioni legate alla cura.

Julieta Ovejero ha accettato di raccontare la storia di suo nipote Gabriel, nato il 22 maggio del 2007 all'ospedale regionale di Santiago.

«I medici hanno diagnosticato complicazioni respiratorie e lo hanno tenuto in osservazione. Due mesi dopo sono arrivati i dottori del laboratorio offrendoci il loro trattamento. Sicuro e indolore, ci hanno detto, e ci siamo convinti».
Dopo la prima iniezione la salute di Gabriel è peggiorata, fino alla morte ai primi di ottobre.
«Ci hanno restituito il suo corpicino con due giorni di ritardo perché gli hanno fatto l’autopsia. I risultati, però, non ce li hanno mai dati e ancora adesso non sappiamo di cosa è morto».

I responsabili della casa farmaceutica, che sta sperimentando il vaccino anche in Colombia e a Panama, negano che i decessi siano legati al farmaco.

Si stanno preparando per la battaglia legale, anche se sono poche le famiglie disposte a portare avanti la denuncia.

«Sospettiamo - spiegano alla federazione dei medici argentini - che le vittime possano essere anche più dei dodici casi registrati ma è difficile scoprirlo perché c’è molta paura e ignoranza.

Denunciamo anche la complicità delle autorità locali, di medici e primari che hanno accettato di portare avanti un trattamento del genere nelle strutture pubbliche».

Sorprendente la dichiarazione di Enrico Smith, il medico responsabile della cura della Gsk a Santiago dell'Estero. «Dodici vittime su quindicimila casi - ha spiegato al quotidiano “Critica” - è un numero molto basso, notevolmente inferiore ai bimbi che muoiono ogni anno per le malattie legate al virus dello pneumococco. Chi ci critica non prende in considerazione il fatto che la mortalità infantile in queste regioni è molto alta, indipendentemente dalla nostra presenza».

Il caso vuole che Smith abbia ottenuto la licenza per la Gsk direttamente da suo fratello, responsabile del dicastero regionale della Salute, che si è giustificato spiegando che alla provincia rimarranno in dotazione delle apparecchiature nuove di zecca donate dalla casa farmaceutica. Sei bambini morti in meno di un anno nella sua regione non sembrano convincerlo che qualcosa non va.

«La sperimentazione - ha spiegato Ana Maria Marchese, pediatra all’ospedale provinciale - è stata spostata dove sapevano che avrebbero potuto operare senza problemi. A Cordoba, dove si trova il centro specializzato che studia i risultati dei test, non hanno ottenuto la licenza. La legge dice che ci deve essere un’informazione chiara e completa sui rischi del trattamento, cosa che non è avvenuta».

Ogni famiglia avrebbe ricevuto dalla Gsk un compenso di ottomila pesos, quanto guadagna un operaio argentino in un anno di lavoro. Soldi facili e sicuri, assieme alla promessa di far seguire il piccolo dai migliori specialisti. Il caso è arrivato in parlamento con una denuncia firmata da due deputati di maggioranza e opposizione.
In Argentina c’è un altro precedente tragico che risale al 1980 quando si testò sotto il regime militare un vaccino contro la rabbia.
Il problema resta per i bambini che hanno iniziato il trattamento.

Secondo gli autori della denuncia, le famiglie stanno ricevendo costanti pressioni per andare avanti.

«Arrivano a casa tua - spiega la zia di Gabriel - e ti dicono che se non accetti la cura la polizia potrebbe portarti via tuo figlio. Molte famiglie sono numerose e ignoranti, molti genitori firmano senza sapere di cosa si tratta perché sono analfabeti. Se avessimo saputo che c'era un rischio anche minimo di perdere Gabriel non avremmo mai accettato. Adesso possiamo solo piangerlo, nessuno ce lo ridarà mai più».

Data articolo: agosto 2008 Autore: Emiliano Guanella

martedì 26 agosto 2008

I giochi calamitati: difficoltà nel rispetto delle Leggi


Da lunedì 21 luglio i giocattoli magnetici dovrebbero avere bene in evidenza sulla confezione le nuove avvertenze decise nell’aprile scorso dalla Commissione europea.

Il condizionale è d’obbligo visto che da una breve visita ad alcuni punti vendita di Milano (Imaginarium, La Città del Sole, Pam, Toys Center, Upim) è emerso che la normativa è tutt’altro che rispettata.

Abbiamo trovato diversi prodotti che non riportano le nuove avvertenze e che dunque sarebbero dovuti essere ritirati dal mercato. I prodotti sono:

- Magnetino Quercetti
- Giochi magnetici 6 in 1 Giochi Preziosi
- Betty biricchina startrade
- Estine Fürnis
- Magneto zoo Itsmagical
- Clip magnetiche a forma di cuore Upim


Per questo abbiamo provveduto a inviare una segnalazione al ministero dello Sviluppo economico e alla Camera di Commercio di Milano.

In pratica su ogni scatola dovrebbe esserci una scritta simile a questa:
“Avvertenza! Questo oggetto contiene magneti o componenti magnetici. Un magnete che si attacca a un altro magnete o a un oggetto metallico all’interno del corpo umano può provocare lesioni gravi o mortali. In caso di ingestione o inalazione di magneti, richiedere immediatamente assistenza medica”.
È previsto inoltre che l’avvertenza debba essere chiaramente visibile e leggibile e che sia posta in evidenza sull’imballaggio in modo che il consumatore possa notarla al momento dell’acquisto.
La decisione della Commissione trova il suo fondamento nel rischio alla salute dei bambini connesso all’ingestione dei magneti, che si possono attirare fra loro causando perforazioni, infezioni e blocchi intestinali.
Sono stati numerosi gli incidenti di questo tipo segnalati in tutto il mondo tra il 2006 e il 2007, tra cui uno mortale negli Stati Uniti.
Per problemi di sicurezza nella sola estate del 2007 sono stati ritirati oltre 18 milioni di giocattoli di questo tipo.
Fonte: Altroconsumo

lunedì 25 agosto 2008

Biberon al bisfenolo A

Poco tempo è passato dalla notizia che una sostanza contenuta nella plastica, e in particolare nella plastica dei biberon (il bisfenolo A), era tossica.
Una delle conseguenze di questi studi è stato il ritiro immediato dei biberon in commercio e il divieto di usarli. In Canada.

Ora da Altroconsumo arriva un articoletto che smentisce. Pare che il bisfenolo A reagisce in modo diverso nell'organismo del topo rispetto a quello dell'essere umano.

Il problema è che nell'articolo ci sono due frasi poco chiare:
  1. "sta analizzando" (quindi la ricerca è in corso d'opera, e come fanno a sapere già i risultati??),
  2. "non ci dovrebbero essere rischi" (tale frase infonde sicurezza).

Purtroppo per le persone che cercano di vivere nel modo più sano possibile, è difficile orientarsi tra articoli sulla tossicità di un elemento e la smentita degli stessi, avvenuta, tra l'altro in poco tempo.

Essere in buona salute è importante, come è importante una crescita sana dei bambini di cui siamo responsabili. Episodi come questi mi fanno pensare solo agli interessi che possono esserci dietro smentite del genere.

mercoledì 6 agosto 2008

domenica 27 luglio 2008

Il mondo incantato


Un libro molto interessante dove vengono analizzate le fiabe tradizionali tramite un approccio psicoanalitico.

Sapere perché un bambino si fa raccontare "cento volte" e "fino alla nausea" (dei genitori avviamente!) la fiaba di Hansel e Gretel o di Cappuccetto Rosso o ancora della Bella addormentata nel bosco, aiuta i genitori a capirlo meglio, a entrare nel suo mondo, nella sua mente e, si può provare a "guardare" con i suoi occhi il mondo minaccioso di noi adulti.

Il libro offre anche un'altra possibilità: quella di ascoltare e ricordare il bambino che è in noi adulti. Leggerlo diventa così anche una ri-scoperta di se stessi.
Nell'indroduzione vengono messi in rilievo i motivi per cui è buono continuare a raccontare le 'vecchie fiabe di sempre' ai propri figli, tralasciando le più recenti che, purtroppo, non brillano per aiutare il bambino nella crescita psicologica, emotiva e creativa (avranno altri meriti), poiché non c'è niente di nascosto, niente di interpretabile, il tutto è presentato molto, troppo chiaramente. Questa modalità, tutta moderna, non tralasciando spazio alla fantasia del bambino, non la stimola.

Consiglio la lettura di questo libro, anche se la terminologia a volte può risultare ostica a chi non è abituato a termini psicoanalitici.
Consiglio di raccontare le vecchie-ma-sempre-attuali-fiabe ai vostri figli e ai bambini che riempiono la vostra vita...e, ricorda Bettelheim, è importante non svelare il risovolto psicologico delle fiabe ai bambini, per non vanificarne lo scopo di crescita che tale risvolto racchiude in sé.

lunedì 21 luglio 2008

Educazione sessuale per prevenire l'abuso infantile


L'educazione alla sessualità è fondamentale per una crescita sana dei bambini. Molti genitori, arrivano alla preadolescenza del figlio, se non al periodo adolescenziale, e cominciano a porsi il problema: "forse è il caso che gli/le dica qualcosa su...", frase che ho sentito pronunciare molto spesso.

In preadolescenza è già tardi, i ragazzi hanno già provveduto a informarsi. Figuriamoci nel periodo adolescenziale: sanno già tutto!

E' proprio questo il problema, denunciato anche nel libro che consiglio, spesso genitori ed insegnanti, forse perché si sentono incapaci, non educano alla salute e alla sessualità, lasciando un vuoto nei bambini. E purtroppo questo vuoto colmabile da chiunque.

Parlo di bambini e non di ragazzi, perché l'educazione alla sessualità deve essere pecoce. Il bambino si accorge di avere un sesso molto presto. L'educazione alla sessualità è anche educazione all'identità. E non esiste niente di più naturale per il bambino che il proprio corpo. Siamo noi adulti a dover combattere contro le deviazioni che la cultura ci impone.

Parlo di genitori che non educano alla sessualità, ma anche di insegnanti, perché ancora in troppe poche scuole si propongono progetti con questo tema, in troppe poche scuole tali progetti sono proposti alle elementari o alle materne, in troppe poche scuole esistono insegnanti che per loro singola iniziativa toccano questi temi.

Parlo di vuoto che i bambini sentono e che alla prima occasione riempiono. Alla prima occasione perché anche loro sono curiosi; e allora tra gli amichetti e le amichette si scambiano informazioni, scene viste o sentite. E quando quel vuoto lo riempiono così, nella solitudine a cui sono lasciati, è una fortuna. Il problema è quando un adulto malintenzionato riempie quel vuoto.

Questo libro, è veramente uno strumento prezioso per tutte le persone che per lavoro o per ruolo (genitori) frequentano dei bambini.

E' un libro che insegna l'identità e la sessualità, tramite schede pratiche che seguono il progetto delineato.

E' rivolto ai bambini dai 5 agli 11 anni.

E' un libro che previene l'abuso infantile. E' un libro che insegna a dire NO ai pedofili.

L'educazione sessuale deve essere affrontata a questa età per svariati motivi, tra cui c'è anche il fatto che la preoccupazione del genitore non dovrebbe essere solo quella che la propria bambina diventata adolescente "si metta nei guai", o al contrario il maschietto "metta nei guai qualcuna".

Ancor prima di questo pericolo, i bambini rischiano di essere abusati da adulti senza scrupoli che gli rovinano la vita, ancor prima che diventino adolescenti.

Purtroppo non è posibile riconoscere un pedofilo, esso può essere anche il vicino di casa, quindi la prevenzione migliore risulta essere una buona educazione alla salute (intesa anche come educazione sessuale) del bambino e insegnargli a dire NO.

venerdì 18 luglio 2008

La stitichezza del neonato


La cacca del neonato è una delle preoccupazioni principali che i genitori giustamente hanno dopo la dimissione dall'ospedale.


Dal colore, dalla quantità e dalla qualità della cacca del neonato può dipendere la sua salute o meno. Perciò è importante monitorarla, oltre che saper riconoscere l'uno o l'altro problema.


Va intanto detto che la maggior parte dei neonati che vengono allattati al seno sembra non avere problemi di stitichezza. Al contrario di chi invece assume latte artificiale.

Si parla di stitichezza quando il neonato riduce di molto il numero di emissioni di feci, che diventano dure e a palline (come quella delle capre). A volte, il neonato si sforza di evacuare, diventa tutto rosso, ma nonostante i suoi sforzi non riesce nell'intento con la conseguenza della comparsa di dolori addominali.

Va quindi aiutato.

Come prima cosa bisogna assicurarsi che il neonato soffra veramente di stitichezza, nel caso affermativo i consigli offerti sono molti e vanno da quelli più 'artificiali' a quelli più naturali.

Premesso che è vivamente sconsigliato dare un lassativo al neonato per l'alta delicatezza del suo intestino ciò potrebbe causare problemi, un aiuto, che considero tra gli artificiali, può essere dato facendo una microsupposta o microclisteri di glicerina.

Inoltre, sempre tra gli artificiali, ma molto diffuso, è di aiutare il bambino con la stimolazione rettale tramite termometri o bastoncini ovattati cosparsi di olio di vaselina.

Tra i rimedi naturali, secondo me preferibili per diversi motivi, sono invece l'inserimento dell'acqua nella dieta del neonato (fatta inizialmente solo di latte), oppure si possono aggiungere 1 o 2 cucchiaini di olio d'oliva al latte, oppure sciogliere il latte in polvere in brodo di verdura qualora ovviamente il neonato assuma latte artificiale.

Altre volte si sono rivelati molto efficaci dei massaggi all'addome fatti giornamente, in modo tale da favorire l'evacuazione delle feci. Tali massaggi devono essere effettuati sempre in senso orario, per favorire la fuoriuscita di aria e materiale fecale, poiché andando in senso orario si segue l'andamento dell'intestino, aiutandolo.
Una parte del massaggio infantile è proprio dedicata al massaggio dell'addome, per aiutare il neonato a risolvere i suoi problemi intestinali (stitichezza, meteorismo, colichette).

Il massaggio, l'aggiunta di acqua o di brodino rimangono i metodi migliori per aiutare l'intestino a diventare 'autonomo' nell'azione di evacuamento, al contrario dell'utilizzo di olio di oliva, stimolazione rettale, e supposte/clisteri che al contrario lo impigriscono.

Comunque sia, avvertite sempre il pediatra che segue vostro figlio prima di intraprendere qualsiasi 'trattamento'.

martedì 15 luglio 2008

Dormi, bambino, dormi (Commento)


Libro letto qualche anno fa, riletto ultimamente grazie alla curiosità instillatami da un anobiiano a cui non è piaciuto (che ringrazio :)...e, devo dire che la rilettura mi ha portato a considerare il fatto che la modalità con cui offre consigli e spunti è troppo direttiva, veramente troppo.

Sembra quasi che se un genitore non segue le regole descritte, fallirà nell'insegnare a suo figlio la regolazione sonno-veglia.
Infatti, non da consigli, ma regole da seguire pedissequamente, che seppur valide (in alcuni casi, non in tutti), perdono di significato davanti alla non presa in considerazione delle emozioni dei genitori.
Alcuni genitori riportano comunque l'esperienza positiva in seguito alla lettura del libro, dormendo ora notti tranquille.

In conclusione, personalmente lo ritengo un libro interessante, ma le regole descritte son da prendere e trasformare in consigli o in spunti di riflessione.
Anche perché il consiglio di lasciar piangere il figlio finché non smette si sta rivelando, da alcune ricerche, biologicamente contraddittorio.

domenica 13 luglio 2008

Il biberon di marzapane


Nella favola di Hansel e Gretel, la casa di marzapane, ideata da una strega malvagia, è una trappola per i bambini che attirati dalla golosità cominciano a mangiarla, ignari del fatto che andranno così incontro alla morte.

Da adulti sappiamo che la favola di Hansel e Gretel deriva dalla fantasia dei fratelli Grimm, che ha dei significati simbolici che aiuano i bambini nel difficile processo di crescita e accettazione delle difficoltà, che, comunque sia, i due fratellini si salvano.

Oggi, al posto della casa di marzapane, abbiamo i biberon di marzapane, ma non solo, abbiamo anche le incubatrici di marzapane e gli aerosol di marzapane.

E purtroppo non si tratta di fantasia, ma di realtà.

Gli incriminati, dalle varie ricerche, sono i biberon, costruiti con un componente chiamato Bisfenolo A, un policarbonato, sostanza chimica utilizzata nella costruzione di plastica e resina.

Il bisfenolo ha un larghissimo impiego nella produzione di:

- oggetti per la nutrizione (bicchieri, stoviglie, contenitori per gli alimenti);
- materiali per l'ambito della medicina (lenti per gli occhiali, dialisi, cardiochirurgia);
- materiali per la prima infanzia (biberon, bicchieri di plastica per bambini, aerosol, incubatrici).

L'insidia del bisfenolo A è identica a quella della casa di marzapane: si rischia la vita!

Ricerche di anni e anni fa avevano portato alla luce che piccole particelle del composto chimico, si staccavano, finendo nel cibo o nella bevanda che si stava ingerendo.

Dopo un primo allarmismo, i ricercatori, tramite i media, dichiarano che la quantità di particelle rilasciate nel cibo o nelle bevande era talmente bassa che non procurava nessun danno.

Danni, badate bene, che andrebbero ad interessare il sistema ormonale e neurologico, procurando problemi di salute permanenti.

Proprio così, il bisfenolo A, oltre che essere accusato di procurare il tumore al seno e alla prostata, andrebbe a interferire con il sistema endocrino procurando effetti negativi sul tessuto cerebrale non solo del bambino, ma anche del feto.
Le ultime ricerche dimostrano la tossicità del prodotto anche a dosi molto basse.
Il problema della veridicità o meno di queste ricerche è ciclico, come sempre del resto ogni volta che si vanno a toccare degli ingranaggi che muovono enormi correnti di denaro.

Le ricerche sulla tossicità o meno del bisfenolo A esistono dal 1928 e sono continuate fino ai nostri giorni creando una volta allarmismo e l'altra tranquillità in tutto il Mondo.

In Italia, come nostra mentalità detta, l'allarmismo non scatta mai. L' Ufficio Stampa dell'Istituto Superiore di Sanità in un comunicato del febbraio del 2008 fa sapere che: "In base alle conoscenze attuali, non ci sono motivi scientifici che precludono l’uso di biberon in plastica. Le stime effettuate dall’EFSA hanno mostrato che l’esposizione della popolazione europea a bisfenolo A attraverso la dieta anche in neonati allattati esclusivamente con biberon in plastica è notevolmente inferiore al valore di assunzione giornaliera tollerabile."

Il 21 aprile del 2008 in Canada si mette al bando la vendita e l'importazione di biberon in policarbonato in base ad uno studio statunitense (del National Toxicology Program, se non sbaglio del 2007) sulla presunta pericolosità per gli animali del bisfenolo A (Bpa) contenuto in questo polimero. Non è escluso che il provvedimento possa estendersi successivamente ad altri contenitori per alimenti liquidi realizzati con lo stesso materiale.

L'allarme era già stato dato nel 2005, in seguito ad uno studio della Yale University condotto da Neil J. MacLusky.

Ad essere contaminati sono il cibo e l'acqua, i bisogni primari per la vita dell'uomo. e la contaminazione pare vada a ledere le radici dell'umanità: i feti, i neonati e i bambini, ma mentre Hansel e Gretel alla fine riescono a salvarsi, sarà più difficile per i nostri bambini.

Le notizie le ho prese dai seguenti articoli:

martedì 8 luglio 2008

In ricordo di Enrico Micheli


Dal sito Il Prisma-Sito di psicologia:

La notizia inaspettata e dolorosa della sua sua morte (articolo) mi ha portato a scrivere queste poche righe in suo ricordo.

Nonostante abbia incontrato il dr. Micheli poche volte, rispetto a quante avrei voluto, ho potuto respirare la grande passione che lo legava al suo lavoro con i bambini autistici e le loro famiglie.

Era una persona e un professionista leale, sincero, concreto e umile.

Veramente appassionato del suo lavoro, tanto da essere dispiaciuto e amareggiato nel suo cuore di come in Italia è stato travisato e “pasticciato”, come lui diceva, il TEACCH qui in Italia.

In tutti gli incontri che ho avuto con lui, si animava sempre sottolineando che bisognava recuperare il 'cuore' di questa filosofia che era proprio quella di prendersi veramente in carico tutte le difficoltà e tutti i problemi di questi bambini e delle loro famiglie.

Durante le sue lezioni, cercava in tutti modi di trasmettere non solo il suo sapere 'accademico' ma soprattutto il suo sapere 'emozionale', la sua esperienza, il suo amore e la sua passione per il lavoro che svolgeva, sempre con umiltà.

Vorrei riportare alcune frasi che gli ho sentito dire in tutte le occasioni in cui l'ho incontrato e la riflessione a cui mi hanno portato:

- “La conoscenza fa parte del processo di salute mentale”.

Nella versione precedente di questo sito c'era una frase proprio sulla conoscenza, concetto per me di fondamentale importanza. Conoscere vuol dire avere una possibilità di scelta maggiore, vuol dire non soccombere nel mare di informazioni che ci arrivano, vuol dire avere gli strumenti necessari per porsi degli obiettivi fattibili e non perdersi al primo insuccesso. Nell'ambito del lavoro questo si traduce nel dover coinvolgere gli operatori, ma soprattutto i genitori, nel processo educativo del loro bambino. Sono loro che devono essere portati pian piano alla conoscenza non solo del loro bambino, che già molto probabilmente conoscono meglio di chiunque altro, ma anche delle caratteristiche dell'autismo. Questo li aiuterà a discernere.

- “L'organizzazione fa la cura...quando la scuola è disorganizzata il bambino a scuola perde il 90% del suo tempo”

Ormai è assodato da una moltitudine di ricerche scientifiche che i bambini con autismo hanno bisogno di un intervento intensivo, le poche ore di terapia fatte settimanalmente “non servono a niente” (per riprendere alcune parole di Micheli). Il bambino passa veramente tante ore al giorno a scuola, e sono anche le migliori dal punto di vista dell'apprendimento. E' quindi fondamentale che la scuola sia ben organizzata per educare questi bambini nella modalità a loro più congeniali. “Il bambino autistico non può perdere tempo prezioso” (diceva spesso Micheli), questo non significa che il bambino dovrà stare seduto a tavolino in una modalità strutturata tutte le ore che passa a scuola, ma significa essere preparati professionalmente a saper insegnare al bambino con autismo non solo a 'studiare', ma anche a giocare, a fare la fila, ad aspettare il suo turno, a fare passeggiate, a mangiare a mensa.

La scuola, se non in grado di offrire questo, dovrebbe mettersi in discussione e chiedere aiuto ad esperti esterni ad essa.

Veramente ancora troppo spesso, nelle scuole i bambini sono lasciati a loro stessi.

- “I genitori devono essere coinvolti, informati e formati”

Il dr. Micheli teneva moltissimo alla formazione dei genitori, e nella mia esperienza lavorativa posso confermare l'importanza di questa frase. Riporto in proposito un breve scritto di Micheli: “L' effetto dell'informazione e formazione dei genitori non è soltanto diretto, il miglioramento del bambino, ma anche indiretto, il benessere di tutta la famiglia, la diminuzione del rischio di depressione o di altri aspetti negativi per la salute mentale degli adulti; e aumenta inoltre nei genitori la capacità di "durare" in un percorso che, come spesso diciamo ai papà e alle mamme che incontriamo, "non assomiglia ai cento metri piani ma a una maratona".

Questa è una responsabilità che noi professionisti non dobbiamo mai dimenticare di avere nei confronti dei genitori dei nostri piccoli pazienti.

- “Con l'autismo non è il linguaggio che veicola le informazioni”

E' proprio così, il bambino con autismo non ha come canale preferenziale quello del linguaggio per apprendere informazioni. Questo si verifica sia a livello di insegnamento di nuove abilità cognitive che anche per le abilità sociali.

Infatti, nel rapporto con le persone autistiche, sono importanti tutti gli strumenti di visualizzazione come la token economy, il diario visivo, le storie sociali, i pecs, il calendario per immagini. Cosa che ho visto fare sempre troppo poco, soprattutto quando il bambino o il ragazzo raggiungono una buona abilità di comprensione verbale. E’ come se scattasse nelle nostre teste una vocina che ci dice “ma lui capisce”. Il problema non è se capisce o non capisce, il problema è che, in casi come questi, continuiamo a associare la mente delle persone autistiche alla nostra, dimenticandoci che la loro funziona in modo diverso.

In uno degli incontri gli ho chiesto cosa pensasse di alcuni approcci che lui ha chiamato “new age” e riporto qui quello che ha scritto sul suo sito che ben racchiude la risposta che mi diede:

“Comunicazione Facilitata, Delacato, Auditory Training, Musicoterapia, Delfinoterapia, diete, secretina, ecc. L'ho chiamato gruppo "new age", perdonatemi questo termine un po' superficiale per un gruppo molto variegato, perché vi ho immesso interventi che non fanno riferimento a un unico modello teorico.

Questo gruppo aumenta la confusione. Guardando superficialmente l'insieme degli interventi che ho qui raccolto potrebbe sembrare un cocktail che mescola gli ingredienti dei due primi gruppi.

Fiducia nel fatto che il bambino ha, nascoste, le stesse abilità dei bambini a sviluppo tipico; rifiuto della valutazioni, dei numeri, dei test che potrebbero al contrario valutarne le vere abilità possedute, oltre ai limiti e alle difficoltà; l'attribuzione di effetti taumaturgici a componenti non misurabili né controllabili (nella CF per esempio, la fiducia tra facilitato e facilitatore che permette l'espressione di capacità cognitive ed espressive "nascoste" sotto la crosta dell'handicap); il linguaggio "scientifico", inteso come parlare di biochimica, neurologia, infezioni, vaccini, medicine, senza considerazione per le regole della conoscenza scientifica; come se il parlare di argomenti biologici o chimici fosse di per se qualcosa di scientifico, anche se in realtà si dà fiato a intuizioni, voci, teorie, ecc, che non hanno la benché minima conferma con l' umile ma necessario metodo scientifico.

E così compare la "aprassia" della Comunicazione Facilitata, la "lesione" del metodo Delacato, i problemi gastrointestinali della secretina, i problemi uditivi dell'auditory training, tutte cose che potrebbero caratterizzare molti singoli bambini, ma certamente non tutti.

Internet e il tam tam tra genitori è il canale di comunicazione preferito da questo filone, è rapido nell'annunciare successi, nella sua comunicazione fa appello a componenti emotive, a speranze, a illusioni, a legittimi desideri di por fine a gravi sofferenze.

Gli insuccessi e i limiti sono dovuti a congiure della scienza ufficiale, agli scarsi soldi investiti nella ricerca, al tentativo da parte di non bene identificati baroni di coprire la verità.

E di nuovo, come con la psicanalisi, il bambino vero, quello che è indispensabile conoscere e rispettare, viene oscurato da un bambino immaginato, e di nuovo si "perdono i treni".

Credo che sia necessario sostenere la necessità, l'opportunità, l'utilità di una scelta tra questi modelli di fondo e il pericolo e il danno derivato da scelte non chiare o confusioni.

Non sempre la necessità di una scelta è chiara; per esempio, molti operatori legati al modello psicodinamico vedono la necessità e l'efficacia di interventi educativi, ma non si decidono a fare una scelta chiara perché, giustamente interessati alla relazione con il bambino e alla sua crescita emotiva oltre che cognitiva o pratica, pensano che l'unico modello che contempli attenzione a queste variabili sia quello psicodinamico.

Questo purtroppo è frutto di una scarsa diffusione dell'importanza attribuita alle emozioni, alle relazioni, al benessere personale dal modello di riferimento degli interventi psicoeducativi, e che oggi non c'è più bisogno di psicanalisi per occuparsi di questi aspetti fondamentali.

Una volta fatta questa scelta, buona parte della confusione scompare, e ci si può finalmente dedicare a ricavare il massimo possibile, per l'interesse del bambino e dei suoi famigliari, dalle pratiche di intervento coerenti con questa scelta, e a scartare come rumore e confusione inutile e dannosa i continui tentativi di "inquinare" la scelta con proposte che fanno capo a un gruppo che ha modelli di fondo differenti.

Il modello psicoeducativo è quello da me scelto.

Naturalmente altri potrebbero fare altre scelte; possono buttarsi con fede nel mondo dei segreti e misteri della natura con occhi prescientifici; l'importante è che questa scelta, se fatta, sia fatta da chi è in grado e ha il compito di discriminare, è consapevole di aver fatto una scelta, di averla fatta sulla base di valide informazioni. La confusione viene dalla non chiara discriminazione, e il danno che ne deriva è l'oscillazione tra i due mondi: quello delle conoscenze derivate dall'osservazione e del severo controllo e quello dei "miracoli" delle cure alternative. Il danno si ha quando un intervento che da risultati lenti ma probabilmente destinati a continuare nel tempo viene abbandonato per l'ultima moda di trattamento alternativo, alterando in questo modo il sicuro cammino, che è uno dei requisiti per una efficacia del trattamento con le persone autistiche. Il danno è la sfiducia che ne deriva per ogni intervento. Altro danno della confusione è l'alto prezzo che le illusioni chiedono di pagare, a volte in termini di soldi, ma spesso anche solo in termini di sconvolgimento di un sistema di vita che già è faticoso: pensate alle diete, che in vista di risultati mai sostanzialmente documentati chiedono di contrastare continuamente i desideri alimentari del bambino, sconvolgono le abitudini alimentari di una famiglia e a volte sono dannose in quanto tolgono sostanze nutritive fondamentali.

Rispettando le scelte e le credenze diverse dalle mie, io non posso che dichiarare che il mio sforzo è quello di sostenere la fiducia, la fatica, di persone fortemente provate, aiutarli a tener duro, a continuare, a modificare gli interventi con gradualità e attento studio. In scienza e coscienza, questo è il lavoro da fare, dato che le evidenze scientifiche sostengono questo atteggiamento. E' compito degli psichiatri, degli psicologi, dei clinici, riflettere seriamente su questa scelta, e svolgere in modo più assertivo la loro funzione di guida e informazione per le persone che a loro si rivolgono, senza quei timori che spesso lasciano aperta la porta alla confusione (E. Micheli)".

In conclusione, posso dire che tra le cose più importanti che Micheli ha fatto per me, è l'aver rivaluto il TEACCH e aver capito finalmente la sua filosofia, storpiata dalla maggior parte degli italiani, e la potenzialità che offre nel riconoscere dignità al bambino autistico. (Si possono legger in proposito le pagine che lui ha scritto sul suo sito).

L'individualizzazione, la flessibilità e l'indipendenza sono concetti fondamentali e obiettivi che mi pongo davanti e con ogni bambino e famiglia che incontro nel mio lavoro grazie agli insegnamenti avuti da Micheli.

Grazie, caro Micheli, di tutto. Buon viaggio..e buon riposo.


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